’Ndrangheta, il silenzio delle chat criptate preoccupa gli investigatori: «Le mafie hanno trovato nuovi modi per eludere le indagini»
Il docente Antonio Nicaso evidenzia gli investimenti della criminalità in tecnologie digitali: «Cercano nuovi software». E i criptofonini cambiano pelle: «Così sono arrivati dalle stelle Nba ai narcos del cartello di Sinaloa»
Tutto tace. O meglio, è tutto troppo tranquillo. Se ne sono accorti gli investigatori d’oltreoceano che sui canali come Sky ECC, EncroChat e ANoM, in uso ai criptofonini, non c’è più traffico. C’è un nuovo software che la criminalità sta usano per comunicare con i telefoni criptati e che le forze di polizia di tutto il mondo stanno cercando di intercettare.
Mafie e tecnologia
«Il sospetto – spiega il professore, storico della criminalità organizzata Antonio Nicaso – è che le organizzazioni criminali stiano usando un nuovo sistema ancora sconosciuto».
Le mafie stanno investendo molto in tecnologia. I narcos, la ‘ndrangheta, dice Nicaso parlando con LaC News24, «sono già entrati nel cuore dell’innovazione tecnologica. All’interno delle organizzazioni comunicano con messaggistica criptata con broker, o fornitori».
Il mercato dei criptofonini
Il professore Nicaso, ormai da anni residente in Canada dove insegna all’università, ci spiega che il mercato dei criptofonini (che arrivano a costare dalle 3000 euro in su) nasce per essere diffuso, per fare qualche esempio, verso clienti come le grandi aziende che temono lo spionaggio industriale o anche giocatori e agenti dell’Nba che trattano ingaggi e cessioni per milioni di euro.
Il problema è sorto nel momento in cui alcune aziende, soprattutto canadesi, hanno cominciato a venderli ai cartelli sudamericani. Continua a leggere su LaCnews24.it
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