Vibo Marina, il belvedere intitolato al capitano Natale De Grazia nel 25esimo anno dalla sua misteriosa morte mentre indagava sulle navi dei veleni
La proposta del consigliere comunale Silvio Pisani (M5S) accolta dall'amministrazione Romeo è un tributo alla memoria dell'ufficiale medaglia d'oro al merito
Nella notte tra il 12 e il 13 dicembre del 1995, qualche giorno prima del compimento del suo trentanovesimo compleanno (era nato a Reggio Calabria il 19/12/1956), Natale De Grazia, capitano di fregata della Marina militare, impegnato in attività investigative sulle navi dei veleni inabissate lungo le coste calabresi, venne trovato morto a bordo dell’auto sulla quale viaggiava insieme ai due carabinieri che lo coadiuvavano nelle indagini, sull’autostrada Caserta-Salerno. La morte venne attribuita a un improvviso arresto cardiaco e il caso fu archiviato, ma dopo 25 anni quella morte rimane ancora avvolta nel mistero. Tanti i dubbi, moltissimi i sospetti, ma la verità ancora non riesce a emergere. Le conclusioni dell’esame necroscopico vennero consegnate alla famiglia dieci anni dopo. Le foto scattate al cadavere e custodite nel fascicolo della Commissione parlamentare sembrano quelle di un corpo martoriato, come se avesse subito violenze, ma il primo referto parlò di arresto circolatorio dovuto a «morte improvvisa dell’adulto».
Le indagini della magistratura e della Commissione parlamentare d’inchiesta sulle ecomafie rimangono avvolte nelle nebbie dei segreti di Stato. De Grazia stava indagando, per conto della Procura di Reggio Calabria, sui traffici di rifiuti tossici via mare, in seguito definiti come fenomeno delle «navi a perdere». Secondo alcune fonti, l’ufficiale di Marina, che era dotato di un eccellente intuito investigativo, era sul punto di sequestrare una centrale nucleare italiana, non attiva, dove avveniva un traffico clandestino di materiali nucleari tra Stati. Forse De Grazia fu fermato appena in tempo, prima che arrivasse troppo in alto. Ancora tutto da chiarire il ruolo svolto dai Servizi segreti italiani in tutta questa torbida storia. Dopo 25 anni non si sa ancora cosa sia realmente accaduto quella notte. Un pentito ricollegò altresì la morte del capitano De Grazia all’assassinio della giornalista Rai Ilaria Alpi, avvenuto in Somalia nel 1994, anche lei morta in circostanze misteriose, forse a causa delle sue indagini sul traffico di materiale nucleare. Per il suo sacrificio, il presidente della Repubblica lo insignì, alla memoria, della Medaglia d’oro al merito ed anche la Marina militare ha dato il nome di Natale De Grazia ad una moderna unità della Guardia Costiera.
Per ricordare la memoria del comandante De Grazia, un eroe dei nostri tempi, che tra il 1984 e il 1991, prima di essere trasferito a Reggio, prestò servizio anche alla Capitaneria di Porto di Vibo Marina, su proposta del consigliere comunale Silvio Pisani (M5S), la 2a Commissione consiliare del comune di Vibo Valentia, competente in materia di toponomastica, prese in esame l’opportunità di intitolare una via cittadina all’ufficiale medaglia d’oro. In considerazione dell’intenso legame con il mare, per la cui salvaguardia ha sacrificato la vita e, come motivo in più, anche per il servizio prestato nella locale Capitaneria, il consigliere proponente aveva chiesto che la scelta cadesse su una via di Vibo Marina. In seguito il luogo è stato individuato in un’area del centrale lungomare, che prenderà il nome di belvedere Natale De Grazia.
Durante la cerimonia d’intitolazione dell’area, patrocinata dal Comune di Vibo Valentia e presentata da Ilenia Iannello, si è svolta la benedizione di una stele commemorativa dedicata alla figura dell’eroico ufficiale ed è stato tenuto un reading-concert a cura di Andrea Carnì e Fabio Macagnino sulla vicenda delle navi dei veleni. L’evento è stato seguito, con intensa partecipazione, da un nutrito numero di cittadini. Folta rappresentanza delle autorità civili e militari: erano presenti il sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo, il prefetto di Vibo Paolo Giovanni Grieco, il delegato del questore Francesco Raimondo; il delegato del comandante della Capitaneria di Porto Oreste Ienna, il tenente della Guardia di finanza Antonino Polito il rappresentante dell’Autorità portuale Pasquale Faraone e i rappresentanti della Stazione dei carabinieri di Vibo Marina. Durante la cerimonia il prefetto, unitamente al sindaco, ha consegnato al figlio del comandante De Grazia, Roberto, una targa commemorativa.
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