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Verso i 100 anni di Natuzza, il ricordo di un fedele che l’ha incontrata: «Mi ha donato speranza e guarito il cuore»

Fernando Nucifero si è trovato faccia a faccia con la mistica di Paravati nel lontano 1999: un'esperienza indimenticabile che ora ha tramutato in poesia. Il 23 agosto festa grande nella frazione di Mileto, ecco il programma

Verso i 100 anni di Natuzza, il ricordo di un fedele che l’ha incontrata: «Mi ha donato speranza e guarito il cuore»
Villa della Gioia a Paravati e, nel riquadro, Natuzza Evolo

Si avvicina il 23 agosto, giorno in cui ricorrono i cento anni dalla nascita della mistica Natuzza Evolo e in cui la chiesa da lei voluta e dedicata al Cuore Immacolato di Maria Rifugio delle anime, a Paravati, verrà elevata a Santuario. Alle 18:30 ci sarà la celebrazione eucaristica presieduta dal vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea monsignor Attilio Nostro. Il 23 agosto inoltre ci sarà una mostra fotografica e il 31 agosto alle 18:30 un concerto/testimonianza di lode alla Madonna della corale Theotokos.

È ancora vivo nei fedeli il ricordo della Serva di Dio, scomparsa nel 2009 e la cui tomba è luogo di preghiera per molti. Proprio in occasione del centesimo anniversario della sua nascita, Fernando Nucifero – già avvocato ed attualmente docente presso le scuole secondarie superiori di secondo grado – ha inteso dedicarle una poesia, «ispirata – spiega – all’esperienza vissuta al suo cospetto nel lontano 24 settembre 1999. L’incontro con l’umile contadina risale al periodo in cui la donna cominciava ad accusare stanchezza e problemi di salute che ne rallentavano le apparizioni pubbliche e private e la costringevano a ricevere poche persone scelte tra una marea di gente che arrivava a Paravati da ogni parte d’Italia e del mondo».

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Racconta Nucifero: «In uno di quei giorni Natuzza mi puntò gli occhi e il dito invitandomi con gesti sereni a raggiungerla per un breve colloquio che per suo volere si prolungò di molto. Schietta nelle espressioni e senza troppi giri di parole mi raccontò esclusivamente quanto percepito dai messaggi e profezie degli angeli custodi. Ebbi l’impressione che si trovasse simultaneamente in due posti diversi e fu allora che i miei occhi ed i miei sensi vissero l’inimmaginabile. Le sue parole mi diedero la certezza che ella era difatti in contatto con gli angeli, i defunti e con Dio. Chiederle e udire le risposte fu come essere trasportato “oltre” in un’altra dimensione. Il suo linguaggio, i suoi segni diventarono evidenze lasciandomi senza “ragionevole” spiegazione ma con il cuore colmo di riconoscenza e di quella speranza che solo una serva di Dio poteva darmi trasmettendomi la sicurezza di un aldilà come qualcosa di reale e tangibile. Successivamente la sua spirituale presenza si materializzò con i cosiddetti “nodi” ritrovati in catenine e effetti personali riposti singolarmente in un cassetto».

Di seguito i versi scritti da Nucifero come omaggio a Natuzza Evolo:
Nel dolore disperato speranze in te ho cercato e con le lacrime sul viso mi sono incamminato. Tra la gente dall’affaccio il tuo dito su di me hai posato. Al cospetto mi hai chiamato e tremolante ti ho incontrato per parlare di quel cupo istante a cui tanto tempo abbiamo dedicato. E tu umile contadina, grande donna serva di Dio, il cuore mi hai guarito e di luce immensa l’hai inondato. Il mio angelo, così hai detto, nell’azzurro cielo è volato e in stella madre si è tramutato”.

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