giovedì,Novembre 7 2024

Vibo, ora il torrente Sant’Anna sfocia anche in Procura: aperto un fascicolo sulla bomba ambientale di Bivona

Per il momento si procede contro ignoti e si punta su eventuali reati di inquinamento e sversamenti illeciti. Al lavoro la task force fortemente voluta dal procuratore di Vibo Camillo Falvo impegnata costantemente su questo fronte

Vibo, ora il torrente Sant’Anna sfocia anche in Procura: aperto un fascicolo sulla bomba ambientale di Bivona
Il torrente Sant'Anna, il mare di Bivona e il procuratore Falvo

Il torrente Sant’Anna alla fine è sfociato anche in Procura con tutto il suo carico di interrogativi. Il procuratore Camillo Falvo, infatti, ha aperto un fascicolo per fare luce sulle eventuali responsabilità dietro i continui sversamenti di liquami fognari nel mare di Bivona.

Il fascicolo aperto, per il momento contro ignoti, punta a individuare eventuali reati di inquinamento ambientale e sversamenti illeciti.

Al lavoro è la task force fortemente voluta già qualche anno addietro dai procuratori Camillò Falvo e Salvatore Curcio. È composta Calabria Verde, l’Arpacal, i carabinieri del Noe, la Guardia di Finanza, i Forestali, la Capitaneria di Porto, l’Anton Dorhn, la polizia municipale. Sono tutti attivi per tutta l’estate per monitorare la situazione dell’inquinamento del mare.
Una situazione che si protrae da mesi quella a Bivona e che sta compromettendo non soltanto la balneabilità nella frazione vibonese, ma anche il tessuto economico locale.

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Il procuratore Falvo, particolarmente attento ai reati ambientali, aveva partecipato anche alla riunione in Prefettura del 9 agosto scorso, dalla quale era scaturito l’accordo tra Comune e Corap per il collettamento del depuratore Silica a quello più grande di Porto Salvo in caso di “troppo pieno”, cioè una particolare situazione di stress per l’impianto a monte che può determinare sversamenti dei liquami fognari in eccesso nel Sant’Anna. L’intesa prevedeva che per 4 ore al giorno, dalle 10 alle 14, il Silica avrebbe potuto indirizzare i liquami (entro il limite massimo di 400 mc/h) verso l’impianto a valle.

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Accordo che è stato poi superato dall’ordinanza contingibile e urgente del sindaco Enzo Romeo del 14 agosto, che ha in pratica precettato il Corap (che gestisce Porto Salvo) affinché accolga i reflui del Silica senza limiti di tempo e quantità. Decisione scaturita dopo l’ennesimo scempio ambientale documentato da Il Vibonese.
Ora nella partita entra anche la Procura, che dovrà cercare di sbrogliare una matassa estremamente intricata a causa dei numerosi enti coinvolti.

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