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Il sindaco Romeo “precetta” il depuratore di Porto Salvo e ordina al Corap di accogliere i reflui del Silica senza alcun limite

Clamorosa contromossa del primo cittadino che emana un’ordinanza contingibile e urgente che fa carta straccia della convenzione firmata il 9 agosto scorso. Ora finalmente si fa sul serio per disinnescare la bomba ambientale rappresentata dal torrente Sant’Anna

Il sindaco Romeo “precetta” il depuratore di Porto Salvo e ordina al Corap di accogliere i reflui del Silica senza alcun limite
Lo scarico del depuratore Silica, la foce del torrente Sant'Anna e il sindaco Romeo

Il sindaco di Vibo Enzo Romeo ha perso la pazienza e ha deciso di utilizzare tutti i poteri d’imperio che la legge gli attribuisce in materia di emergenza sanitaria e ambientale, dopo l’ennesimo sversamento di liquami fognari nel torrente Sant’Anna che sfocia a Bivona, documentato oggi da Il Vibonese.

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Così, questa sera, ha emesso un’ordinanza contingibile e urgente che impone al Corap di ricevere nel depuratore che gestisce, quello di Porto Salvo, tutti i reflui fognari in eccesso del depuratore Silca, senza limiti di tempo e di quantità. Una decisione che in pratica supera in maniera netta la convenzione siglata in Prefettura il 9 agosto scorso, che prevedeva il conferimento di un massimo di 400 mc l’ora di liquami nell’ambito di una finestra temporale molto ristretta, appena 4 ore, dalle 10 alle 14.

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L’ordinanza numero 26 del 14/08/2024, adottata questa sera, cancella questi limiti, e prevede che tutta «la portata eccedente i 200 Mc/h (cosiddetto troppo pieno presso l’impianto di Silica), senza alcun limite di orario e di quantità dovrà essere inviata presso l’impianto di depurazione di Porto Salvo». Inoltre, «stabilisce/dispone che le misure stabilite nel presente provvedimento abbiano efficacia dal momento della sua pubblicazione all’Albo Pretorio e comunque per un periodo non superiore a giorni 15 (quindici), fatto salvo il potere dell’organo adottante di adottare altri provvedimenti integrativi o modificativi del presente, nonché fatta salva l’insorgenza di situazioni determinanti differente valutazione degli interessi pubblici e conseguente revisione dei provvedimenti in essere».

Infine, qualora qualcuno non capisca il messaggio, «avverte che la mancata esecuzione della presente ordinanza comporta, oltre all’eventuale applicazione della sanzione prevista dall’articolo 650 c.p., l’esecuzione d’ufficio a spese dei soggetti inadempienti», ecc. ecc., dove “eccetera” significa che «ciascun interessato può presentare memorie scritte e documenti ed eventuali controdeduzioni» e che «contro il presente provvedimento può essere proposto ricorso al Tribunale Amministrativo della Regione Calabria entro 60 giorni dalla notifica o comunque dalla piena conoscenza dello stesso», ma per ora «la Polizia Municipale e tutti gli altri Organi di Polizia in indirizzo e presenti sul territorio sono incaricati della esecuzione della presente Ordinanza».

La goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata probabilmente la presa di distanza di poche ore fa dell’Arpacal, che come il Corap è un ente strumentale della Regione Calabria, che con una stringata nota aveva smentito le rassicurazioni del Comune. Ma qualunque sia la motivazione, finalmente si comincia a prendere sul serio un disastro ambientale che si perpetua ormai da troppe settimane.

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