Favelloni, chiesa chiusa e santo patrono sotto chiave. Emigranti e fedeli amareggiati: «Speriamo nell’intervento del vescovo»
Da settimana il tempio della frazione di Cessaniti è off limits e riapre solo in occasione delle celebrazioni liturgiche: «Ci auguriamo che questo luogo di culto torni a essere dinamico e attivo come lo è sempre stato»
Una chiesa chiusa ormai da settimane che torna nella disponibilità dei fedeli solamente in occasione delle celebrazioni liturgiche. A Favelloni, frazione di Cessaniti, la novità recentemente adottata ha spiazzato i fedeli. Amareggiati ma non rassegnati. I parrocchiani, infatti, auspicano l’intervento del vescovo monsignor Attilio Nostro affinché il luogo sacro torni ad essere fruibile tutti i giorni della settimana. Allo stato, la decisione non è stata ancora resa nota.
«Dal parroco don Nicola non è stata fornita alcuna motivazione in merito alla decisione di chiudere la chiesa- spiega un residente aggiungendo – la storia va avanti da settimane e pare davvero surreale. Sappiamo che ogni domenica mattina viene un parroco (sempre diverso) per la messa. Poi, il silenzio».
Evidenziato un altro aspetto: «Anche per le celebrazioni in memoria dei nostri defunti, già programmate, le famiglie sono costrette a rivolgersi presso altre parrocchie del comprensorio». Delusi gli emigrati: «Molti di loro vorrebbero portare un saluto a San Filippo, stando così le cose non è possibile neanche un momento di preghiera al cospetto del santo patrono». L’ auspicio è che il «vescovo assuma determinazioni per la riapertura della chiesa e che la nostra parrocchia, che vanta una lunga storia, torni ad essere dinamica e attiva come lo è sempre stata».