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“Errore fatale”, annullata con rinvio l’ordinanza a carico di Accorinti e Prenesti

La Cassazione accoglie i ricorsi delle difese. I fatti riguardano l’omicidio di Raffaele Fiamingo e il tentato omicidio di Francesco Mancuso. Sarà ora necessaria una rivalutazione da parte del Tribunale del riesame

“Errore fatale”, annullata con rinvio l’ordinanza a carico di Accorinti e Prenesti
Giuseppe Accorinti

La Suprema Corte di Cassazione, in accoglimento del ricorso proposto dall’avvocato Giuseppe Bagnato, alla cui redazione ha collaborato anche l’avvocato Francesco Sabatino, ha annullato l’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di Giuseppe Accorinti, 60 anni, ritenuto il boss di Zungri. Lo stesso è accusato di aver preso parte all’omicidio di Raffaele Fiamingo (presunto boss di Rombiolo e della zona del Poro) e al tentato omicidio di Francesco Mancuso, fatti avvenuti a Spilinga nella notte del 9 luglio del 2003. Il gip distrettuale di Catanzaro Tiziana Macrì aveva applicato la misura cautelare della custodia in carcere, confermata anche dal Tribunale del Riesame di Catanzaro a cui si era rivolto la difesa per chiedere l’annullamento dell’ordinanza. Avverso la decisione del Riesame è stato in seguito proposto il ricorso per Cassazione che ieri è stato discusso dall’avvocato Bagnato dinanzi alla Prima sezione penale della Suprema Corte. [Prosegue sotto la pubblicità]

Antonio Prenesti

In particolare sono stati discussi quattro motivi di ricorso afferenti problemi di inutilizzabilità delle intercettazioni, mancata convergenza delle dichiarazioni dei collaboratori di giustizia, nonché problemi tecnici di motivazione relativi alla carenza, contraddittorietà ed apparenza della stessa. La Suprema Corte ha quindi annullato l’ordinanza del Riesame, disponendo un nuovo giudizio che si dovrà tenere dinanzi al medesimo Tribunale del Riesame (ma in diversa composizione) che dovrà rivalutare la vicenda. Annullata con rinvio anche l’ordinanza nei confronti dell’indagato Antonio Prenesti, 53 anni, di Nicotera, difeso dagli avvocati Salvatore Staiano e Francesco Sabatino (indicato come uno degli autori materiali del fatto di sangue), mentre è stato dichiarato inammissibile il ricorso della Procura di Catanzaro avverso la scarcerazione di Domenico Polito, 55 anni, di Tropea (avvocato Enzo Galeota). Accorinti e Prenesti rimangono tuttavia detenuti in attesa della decisione del Riesame che avverrà dopo il deposito delle motivazioni da parte della Suprema Corte.

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