Un milione al metro… e ne misura 61: il megayacht Saramour ormeggiato a Vibo Marina
L’imbarcazione gioiello della cantieristica da diporto da alcuni giorni è al pontile turistico Marina Carmelo. Per gli arredi da favola è considerato una galleria d'arte galleggiante
Una barca che, secondo una stima pubblicata dal Corriere della Sera, vale un milione di euro al metro, che nel caso del Saramour, lungo 61,3 metri, vorrebbe dire un totale di 61 milioni di euro. Dal 21 luglio è ormeggiato presso il pontile Marina Carmelo il megayacht Saramour, gioiello della cantieristica da diporto che, grazie ai suoi preziosi arredi, viene considerato una galleria d’arte galleggiante ed è stato classificato come uno degli yacht più belli al mondo. Costruito interamente in Italia nel 2014 nei cantieri CRN-Ferretti Group di Ancona, il Saramour naviga attualmente sotto bandiera delle Isole Cayman.
Imponenti le sue dimensioni, con una lunghezza di 61,3 metri per 10 metri di larghezza, motivo per cui la sua bianca sagoma è visibile da ogni angolo del porto. Gli spazi esterni e gli ambienti si sviluppano su cinque ponti, con il ponte-lido che custodisce una splendida piscina azzurra. Può accogliere 10 ospiti, oltre ai 14 membri dell’equipaggio, in 5 cabine, 2 suite, 2 vip e la cabina armatoriale, con sistemi di domotica distribuiti in tutte le stanze dell’imbarcazione. Gli esterni sono caratterizzati dal colore bianco lucido dello scafo, abbinato al grigio chiaro, mentre per gli interni prevale il minimalismo. È presente inoltre una palestra, una spa e una piattaforma per l’atterraggio di un elicottero. Un lavoro d’ingegneria navale altamente raffinato, quando il classico incontra il moderno.
Non è la prima volta che la lussuosa imbarcazione approda nel porto di Vibo Marina, in quanto già negli anni passati è sostato a lungo presso lo stesso pontile turistico. Segno distintivo di un polo diportistico, quello di Vibo Marina, ormai considerato di alto livello nel Mediterraneo. Significativo, a questo proposito, la testimonianza di un famoso diportista che così ha scritto sulla sua pagina Facebook: «Ci sono solo due porti da cui facciamo sempre fatica a partire, sono entrambi in Calabria. Ancora una volta, Franco e il suo team ci confortano: lo spirito marinaro, la disponibilità, l’attenzione, la cortesia e soprattutto l’amicizia possono essere ancora parte integrante del nostro mare quando si tocca terra. Qui l’accoglienza è più di un mestiere, è una vocazione. Il Marina Carmelo ti accoglie prima del tuo arrivo e ti segue dopo che vai via. Non mi stancherò mai di dirlo: è in Calabria che comincia la civiltà nautica, tutto ciò che viene prima è solo commerciale».
Ma la sosta tecnica per il rifornimento di carburante e per l’approvvigionamento alimentare da sola non basta per far decollare l’importante settore del turismo nautico, in continua espansione. Occorre fare di più. Basti pensare che gli alti canneti a bordo della strada provinciale Pizzo-Tropea impediscono attualmente finanche di poter godere di un panorama mozzafiato come quello delle splendide imbarcazioni da diporto ormeggiate nel porto. I prossimi cinque anni saranno decisivi per segnare la ripresa e lo sviluppo della città, trainato dallo scalo marittimo, o per condannarla ad un ruolo marginale. Le basi per un miglioramento esistono, a patto che si sappiano sfruttare le risorse in modo integrato e strategico. Questo richiede fondi dedicati, iniziative imprenditoriali e amministratori capaci di progettare il futuro e di utilizzare efficacemente i fondi disponibili a livello regionale, nazionale e comunitario.