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Anche due vibonesi tra i sei indagati per la strage di migranti a Cutro: la Procura di Crotone ha chiuso le indagini – NOMI

Entra nell’inchiesta anche il capoturno della sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza e del Roan di Vibo Valentia: le sue informazioni avrebbero fuorviato la Capitaneria

Anche due vibonesi tra i sei indagati per la strage di migranti a Cutro: la Procura di Crotone ha chiuso le indagini – NOMI
La spiaggia del naufragio

Ci sono anche due vibonesi e un campano residente a Vibo tra le 6 persone su cui la Procura di Crotone ha chiuso le indagini in relazione al naufragio di Cutro, che nella notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 costo la vita a 98 migranti, tra cui 35 bambini, a fronte di 81 sopravvissuti.

Diciassette mesi dopo quella tragica, i magistrati inquirenti hanno chiuso le indagini sulle responsabilità, giungendo alla conclusione che quella strage si sarebbe potuta evitare. Tra le novità, c’è l’aggiunta di un quarto indagato tra i finanzieri (inizialmente erano tre) e la riduzione degli indagati della Guardia costiera da tre a due. Con la notifica degli atti nelle prossime ore, emergeranno con maggiore chiarezza le responsabilità individuali e le eventuali omissioni. L’inchiesta ha esaminato ogni azione e inazione della notte del naufragio.

Sono indagati per naufragio colposo e omicidio colposo plurimo Giuseppe Grillo, 55 anni, di Vibo Valentia; Nicolino Vardaro, 51 anni, nato a Vibo Valentia e residente a Taranto; Alberto Lippolis, 49 anni, nato a Cercola e residente a Vibo Valentia; Antonino Lopresti, 53 anni, nato a Messina e residente a Roccella Jonica; Nicola Nania, 49 anni, nato a Taranto e residente a Reggio Calabria; Francesca Perfido, 39 anni, nata a Torre del Greco e residente a Nerola, in provincia di Roma. 

Grillo è finito nell’inchiesta come capoturno della sala operativa del Comando provinciale della Guardia di Finanza e del Roan di Vibo Valentia; Lippolis è indagato come comandante del Roan di Vibo Valentia, reparto investito dell’operazione di monitoraggio e intercetto del caicco Summer Love; Lopresti era in servizio come ufficiale in comando tattico e controllo tattico al Roan di Vibo Valentia; Vardaro è finito nell’inchiesta come comandante del Gruppo aeronavale di Taranto e ufficiale deputato a impartire ordini al pattugliatore Barbarisi, dislocato sul territorio di Crotone, richiesto in supporto dal Roan di Vibo Valentia; Perfidio era l’ufficiale di ispezione in servizio all’Imrcc (Italian maritime rescue coordination centre) di Roma; Nania era l’ufficiale d’ispezione in servizio la notte tra il 25 e il 26 febbraio 2023 al Maritime rescue sub center di Reggio Calabria.

Secondo il pubblico ministero Pasquale Festa e la procura guidata da Giuseppe Capoccia, i quattro indagati della Guardia di Finanza avrebbero gestito in modo errato la segnalazione del caicco avvistato a 40 miglia dalle coste calabresi e le comunicazioni con la Guardia costiera. In particolare, si contesta loro di aver trattato l’evento come un’operazione di polizia “low enforcement” anziché come un’emergenza di soccorso in mare (evento Sar).

Ma la Finanza, comunicando di intervenire lei come low enforcement, disse: «Ce ne occupiamo noi, mare permettendo», e quel «mare permettendo» avrebbe dovuto – sostiene la procura – allertare di più la Costiera, che sapeva bene che quella notte c’era mare grosso e la situazione meteo era in peggioramento.

Tra gli indagati, esce dall’inchiesta il responsabile della sala operativa della Guardia costiera di Reggio Calabria. Il nuovo inquisito è invece Grillo, il capoturno della sala operativa della Finanza di Vibo Valentia, accusato di aver fuorviato la capitaneria con informazioni operative che erano solo intenzioni. Per esempio, comunicò via radio che «un nostro mezzo in pattugliamento sta aspettando il target (la barca con i migranti, ndr) a due-tre miglia dalla costa» mentre in realtà quel mezzo stava rientrando in porto per rifornirsi di carburante.

Nella notte del naufragio, non c’era nessuno ad attendere il caicco “Summer Love” a tre miglia dalla costa. Solo i pescatori a Steccato di Cutro, con le loro torce, cercarono di segnalare alla barca l’avvicinarsi a riva. Gli scafisti, scambiando quelle luci per segnali delle forze dell’ordine, fecero una brusca virata e si schiantarono contro una secca. Mancavano pochi metri alla salvezza, ma l’alba di quel giorno illuminò una scena di strage.

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