L’Autonomia differenziata può forgiare il fronte progressista: a Vibo prende forma la nuova sinistra – VIDEO
L’iniziativa della Cgil a favore del referendum abrogativo ha offerto interessanti spunti politici per andare oltre il campo largo. Il segretario regionale del sindacato: «Nuova alleanza». Baldino (M5s): «Noi ci siamo»
Non tutti i mali vengono per nuocere. In politica questo è quasi un assioma, e ogni criticità può rappresentare una rampa di lancio. Non c’è bisogno di scomodare il tentato omicidio subito da Trump, ma il paragone, seppure azzardato, può servire per comprendere il concetto. Anche in questo caso c’è una pistola fumante, quella dell’Autonomia differenziata. La vittima sarebbe l’unità nazionale, la Costituzione, il Mezzogiorno mandato alla deriva dall’egoismo delle regioni ricche che hanno trovato sponda nel governo Meloni e nel suo alleato più secessionista, la Lega. Dall’altra parte, per nulla disposto a farsi tracciare intorno la sagoma della scena del crimine con un segno continuo di gesso, c’è il Sud. In mezzo c’è una battaglia politica che giorno dopo giorno, ora dopo ora, assume i connotati di uno scontro epocale.
L’Autonomia differenziata, cioè la possibilità per le Regioni di rivendicare per sé materie che prima erano di competenza dello Stato, con il relativo gettito fiscale trattenuto entro i propri confini, è ormai legge. Ma questo ha ringalluzzito il centrosinistra, quello del campo largo, mai troppo convinto fuori dalla contingenza elettorale, che però ora trova nuova linfa e immagina una forza progressista unitaria che annulli le differenze in nome della madre di tutte le battaglie: il referendum abrogativo.
Ieri a Vibo, nell’iniziativa promossa dalla Cgil proprio contro le due principali riforme costituzionali del governo Meloni – Autonomia differenziata e premierato – il messaggio è arrivato forte e chiaro. «La mobilitazione contro l’Autonomia differenziata – ha detto il segretario regionale del sindacato, Angelo Sposato – può gettare le basi per una grande alleanza di sinistra che possa rappresentare una nuova speranza politica per il Paese». A stretto giro, la deputata cinquestelle Vittoria Baldino, anche lei nella sede della Camera di Commercio dove si è tenuto il dibattito, ha risposto presente: «A Sposato dico che noi ci siamo». Insomma, qualcosa di più di un campo largo elettorale, «che spesso serve solo ad assicurare qualche poltrona in vista delle elezioni», ha sottolineato Baldino, rimarcando un concetto ancora difficile da tradurre in fatti, ma che di certo si è ormai insinuato nel fronte progressista, in parte consapevole che solo con un progetto strutturale e unitario sarà possibile battere la destra attualmente al governo. Avvisaglie di una nuova rotta che faccia convergere verso un unico soggetto politico le forze progressiste.
E questo collante, questa motivazione, potrebbe essere proprio la battaglia contro l’Autonomia differenziata. D’altronde, al confronto promosso dalla Cgil, la strada da seguire è parsa a tutti obbligata: referendum abrogativo. Direzione indicata anche da Nicola Fiorita, sindaco di Catanzaro, presente al dibattito: «L’esigenza di ribellarsi a ciò che sta accadendo è forte, perché le conseguenze della riforma Calderoli, se non verrà ostacolata, saranno per sempre. Per sempre», ha scandito il primo cittadino del capoluogo calabrese. «Ci aspetta una battaglia durissima – ha continuato Fiorita – ma la combatteremo e metteremo in evidenza le contraddizioni di questa maggioranza di governo che continua a usare l’alibi dei Lep (i livelli essenziali di prestazione, ndr). Ma i Lep sono come l’acqua fredda della pentola nella quale viene calata la rana prima di acedere il fornello. Senza che se ne accorga, lentamente, la rana viene uccisa». Fiorita ha poi ribadito le ragioni che hanno spinto i cinque sindaci delle città capoluogo calabresi a disertare il Consiglio dell’Anci che si è tenuto oggi: «Non potevamo esserci, perché invece di aderire alla proposta di referendum abrogativo, la presidente dell’Anci Calabria, Rosaria Succurro, avrebbe voluto che accettassimo la semplice istituzione di una commissione che valuti gli effetti dell’Autonomia differenziata. Una proposta degna di Salvini».
Posizione di rottura rimarcata dal sindaco di Crotone, Vincenzo Voce, in collegamento video: «Quella sull’Autonomia differenziata è una legge schifosa – ha affermato senza mezze misure -. Noi sindaci sappiamo bene quanto pesino le differenze con il Nord. Questa non è una questione di difesa dell’assistenzialismo, come qualcuno la vorrebbe far passare, ma è una questione di sopravvivenza».
Stesso concetto sottolineato dall’europarlamentare e sindaco di Riace, Mimmo Lucano, in collegamento telefonico: «Quando lottavo per salvare Riace, preparammo uno striscione con su scritto “Riace non vuole morire”. Ecco, lo stesso slogan ora va bene anche per il Sud e la Calabria. Per difendere il Mezzogiorno serve una mobilitazione sociale senza precedenti, non ci sono alternative».
Più pacato ma comunque incisivo è stato l’europarlamentare pentastellato Pasquale Tridico, che ce l’ha messa tutta per partecipare all’incontro di Vibo, riuscendoci nonostante il ritardo accumulato dal treno che l’ha condotto in Calabria: «Il vero punto dolente dell’Autonomia differenziata è il lavoro, con grandi differenze salariali e il Mezzogiorno che continuerà svuotarsi più di prima». A sottolineare la caratura nazionale della battaglia contro la riforma Calderoli ha contribuito il consigliere regionale Raffaele Mammoliti: «Questa lotta non riguarda solo il Sud, ma l’intero Paese. Il problema è nazionale, perché a rischio sono la democrazia e la sovranità dei cittadini».
Tante le persone che hanno partecipato, nonostante l’orario e la calura del primo pomeriggio di un luglio con temperature record. Un dibattito che ha visto gli importanti spunti offerti dai principali organizzatori, il segretario confederale Cgil area vasta Catanzaro e Vibo, Nadia Fortuna, e il segretario generale area vasta Enzo Scalese. Particolarmente apprezzato per la passione delle sue parole e per l’intensità dei concetti espressi, l’intervento di Maria Joel Conocchiella, segretario provinciale di Libera e rappresentante del Comitato territoriale de “La Via Maestra”, che ha esortato a una «rivoluzione etica».
A rappresentare il Comune di Vibo c’era il vicesindaco Loredana Pilegi, che da medico ha messo l’accento sui danni che l’Autonomia differenziata produrrà nel settore della sanità, allargando il solco tra Nord e Sud: «Con questa legge – ha detto – sono caduti i principi di solidarietà e umanità che dovrebbero invece caratterizzare una nazione davvero unita»