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A Mileto ricordati gli 81 anni dalla strage di Carasace in cui persero la vita 39 civili in fuga dai bombardamenti

L’attacco aereo alleato avvenne il 16 luglio del 1943 tra le campagne della cittadina normanna. Alle commemorazioni presenti le massime autorità del territorio

A Mileto ricordati gli 81 anni dalla strage di Carasace in cui persero la vita 39 civili in fuga dai bombardamenti

Nonostante siano passati 81 anni, desta ancora cordoglio e profonda commozione l’episodio che al termine dell’ultima guerra mondiale ha provocato 39 vittime civili, in fuga tra le campagne di Mileto. Tali sentimenti hanno contrassegnato anche l’annuale cerimonia organizzata dal Comune per commemorare il tragico evento, in collaborazione con l’associazione culturale Accademia Milesia e la parrocchia Santissima Trinità-San Benedetto. La “Strage di Carasace” è avvenuta il 16 luglio del 1943 per mano degli aerei alleati, in circostanze e per motivi ancora oggi non del tutto chiari. Di certo ci sono le morti e i lutti che ne sono conseguiti dal bombardamento, “dettagli” che hanno contribuito a cambiare la toponomastica e il futuro stesso della cittadina normanna.

La giornata commemorativa dell’81esimo anniversario dell’eccidio ha preso il via con la messa di suffragio celebrata da don Giuseppe Pititto nella chiesa di San Michele, alla presenza della massime autorità politiche, civili e militari del territorio. Al termine della sacra funzione i presenti si sono trasferiti nella piazza antistante l’edificio sacro. Qui, davanti alla stele marmorea con su incisi i nomi delle 39 vittime della strage, il comandante della locale stazione dei carabinieri Alessio Conte e il comandante di Polizia municipale Renato Parrone hanno provveduto a deporre in loro memoria una corona d’alloro. L’ultimo atto della cerimonia si è consumato tra i ruderi dell’ex ospedale civile. Un luogo denso di significati, visto che all’epoca proprio lì furono trasportati i feriti e i morti provocati dall’attacco aereo anglo-americano.

In quei concitati momenti alcuni corpi inermi – in attesa di ricevere degna sepoltura – furono deposti per questioni di spazio nel cortile esterno del nosocomio cittadino, davanti all’albero di magnolia che ancora oggi resiste imperterrito al lento scorrere del tempo e delle stagioni, fungendo da testimone silente di quella triste pagina di storia. Dopo l’intervento del sindaco Salvatore Fortunato Giordano, ad illustrare ai presenti quelle fasi è stato il professore Franco Calzone, attingendo dalle struggenti pagine scritte al riguardo dai compianti studiosi Giuseppe Occhiato e Filippo Bertuli. A depositare ai piedi della grande magnolia un mazzo di fiori in ricordo delle vittime, ci hanno pensato invece gli assessori Fortunata Dimasi e Carmela Vardaro. La città di Mileto, per il tributo di sangue versato in quel frangente ha ricevuto dallo Stato italiano la medaglia di bronzo al valore civile.

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