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Inchiesta “Carminius” e politica nel Vibonese, si interessa anche la Prefettura

L’avviso di conclusione indagini della Dda di Torino notificato pure al figlio di un consigliere comunale di Sant’Onofrio e ad altri congiunti. I possibili sviluppi e gli scenari

Inchiesta “Carminius” e politica nel Vibonese, si interessa anche la Prefettura

Arriva da Torino la prima “scossa” indiretta sulla politica vibonese per via delle inchieste antimafia di cui abbiamo anticipato i possibili effetti il 14 settembre scorso (LEGGI QUI: ‘Ndrangheta e politica nel Vibonese: l’autunno “caldo” dell’antimafia). L’autunno “caldo” dell’antimafia porta infatti il nome di “Carminius”, la storica inchiesta della Dda di Torino giunta ieri all’avviso di conclusione delle indagini preliminari. L’operazione colpisce il clan Bonavota di Sant’Onofrio e le sue diramazioni in Piemonte attraverso le “famiglie” Arone, De Fina e Serratore, ma fra gli indagati raggiunti dall’avviso di conclusione indagini (in totale 41) c’è anche il figlio dell’attuale vicepresidente del Consiglio comunale di Sant’Onofrio, vale a dire Francesco Santaguida, figlio di Fortunato Santaguida, consigliere comunale con deleghe allo Sport ed al Volontariato, eletto nelle amministrative del 2016 con la lista “Tre Spighe”. [Continua dopo la pubblicità]

Il palazzo di giustizia di Torino

A Francesco Santaguida (arrestato a marzo), la Dda di Torino contesta con l’avviso di conclusione indagini il reato di associazione mafiosa con il ruolo di aver affiancato i vertici del clan Arone “nel compimento di qualunque attività criminosa di interesse dell’associazione”. In più gli vengono contestati altri cinque capi di imputazione per il reato di truffa aggravata dalle finalità mafiose in concorso con Raffaele Arone, quest’ultimo ritenuto fra i vertici dell’associazione. Francesco Santaguida è inoltre nipote di Antonino e Basilio Defina, entrambi arrestati nell’operazione “Carminius” e pure loro destinatari dell’avviso di conclusione indagini con un ruolo di spicco nell’ipotizzata associazione mafiosa.

Francesco Santaguida, del resto, non è neanche un volto sconosciuto alle cronache giudiziarie. Negli scorsi anni è rimasto infatti coinvolto nella storica inchiesta antidroga denominata “Stupor Mundi” della Dda di Reggio Calabria ed è stato condannato in via definitiva per concorso in narcotraffico.

Le possibili conseguenze. Al di là della responsabilità penale (che è personale), di certo anche l’inchiesta “Carminius” è in queste ore all’attenzione della Prefettura di Vibo Valentia, al pari di quanto in passato successo con altre inchieste che hanno interessato stretti familiari di consiglieri comunali finiti in indagini antimafia. Nel novembre del 2018, infatti, si era registrato il caso del consigliere comunale di maggioranza di Filandari, Francesco Cichello, il cui figlio Giacomo Cichello è finito nell’inchiesta “Nemea” contro il clan Soriano con le accuse di associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico, danneggiamento a colpi di pistola, incendio doloso, detenzione di armi e droga. Nel dicembre del 2018, quindi, anche a seguito di una nostra inchiesta, il consigliere comunale Francesco Cichello si è dimesso dall’incarico, mentre è rimasto al suo posto il consigliere di minoranza Francesco Artusa, il cui padre Luciano Marino Artusa si trova attualmente sotto processo per associazione mafiosa nell’ambito dell’inchiesta “Costa pulita” e per associazione a delinquere finalizzata al narcotraffico nel processo “Nemea”.

Alta l’attenzione della Prefettura di Vibo. E’ bene chiarire che un consiglio comunale non viene sciolto di certo per una sola parentela scomoda (seppure stretta), ma di certo connivenze, legami sconvenienti, parentele con ambienti e soggetti controindicati sono spesso alla base dell’insediamento (e poi dello scioglimento degli organi elettivi dell’ente locale) delle commissioni di accesso agli atti. Se in queste ore, quindi, per forza di cose, l’attenzione della Prefettura è sul Comune di Sant’Onofrio a seguito della chiusura delle indagini dell’inchiesta “Carminius”, alta resta l’attenzione dell’Ufficio territoriale di Governo anche su altri enti locali. Un lungo elenco di cui ci siamo occupati all’atto dell’insediamento dell’ex prefetto Giuseppe Gualtieri (LEGGI QUI:  L’INCHIESTA | ‘Ndrangheta ed enti locali: ecco cosa troverà il prefetto Giuseppe Gualtieri), a cui si aggiungono anche i Comuni di Vibo Valentia, Nicotera e Tropea, andati di recente al voto, con gli ultimi due enti locali che escono proprio da un commissariamento per infiltrazioni mafiose. Una situazione “incandescente”, dunque, destinata probabilmente nelle prossime settimane e nei prossimi mesi ad ulteriori e clamorosi sviluppi che potrebbero disturbare i sogni di diversi politici del Vibonese.

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