Vibo senz’acqua, Tucci (M5s) chiede di usare una parte dei fondi per il Ponte ma il Governo boccia la proposta
Il parlamentare ha presentato a Montecitorio un provocatorio ordine del giorno che non ha ottenuto il via libera: «Nel 2024 una città italiana non dovrebbe subire questi disagi, ma a quanto pare chi governa ha altre priorità»
Dirottare una piccola parte dei fondi destinati alla costruzione del ponte sullo Stretto per risolvere la crisi idrica di Vibo Valentia. È quanto ha proposto il deputato vibonese del Ms5, Riccardo Tucci, con un ordine del giorno che, come era prevedibile, è stato bocciato dalla maggioranza parlamentare. La proposta, nonostante la vena polemica riconosciuta dallo stesso Tucci, parte da un dato oggettivo: gli enormi disservizi che sconta il capoluogo vibonese in termini di approvvigionamento idrico, sia per la continua mancanza di acqua in molte zone della città, che per la scarsa potabilità che spesso ha contraddistinto l’erogazione domestica.
«Si fa quasi fatica a crederlo, eppure nel 2024 – ha detto Tucci in aula alla Camera – succede che in una città del ricco e civile Occidente come Vibo Valentia, manchi per gran parte dell’anno l’acqua nelle case. Proprio così, i cittadini vibonesi devono quasi quotidianamente fare i conti con i rubinetti a secco, con tutti i disagi che tutto ciò comporta in termini di spesa e di approvvigionamento. Non considerando il fatto che, quella che sgorga nelle abitazioni, viene fatta passare come acqua potabile, anche se in realtà non lo è. Dunque, un problema che non è solo di penuria d’acqua, ma anche di qualità della stessa, con l’aggravante di dover assistere, come utenti del servizio, a cadenza quasi annuale a degli ingiustificati aumenti dei costi in bolletta».
Da qui l’attacco al ministro delle Politiche di coesione, con delega al Sud, Raffaele Fitto, che «sorvola sulla faccenda, preferendo concentrare la propria attenzione su opere, come il Ponte sullo Stretto, che non hanno la stessa priorità della risorsa idrica».
«Stamattina, a Montecitorio, ho fatto presente il problema – ha concluso Tucci nel suo intervento in aula -, chiedendo al Governo, in un ordine del giorno, di intervenire per risolvere la criticità. Come? Attingendo a parte dei fondi destinati all’attraversamento stabile dello Stretto, per dirottarli sul potenziamento e sul miglioramento della rete idrica. Il Governo, attraverso i suoi esponenti, ha risposto bocciando la mia proposta, preferendo girarsi dall’altra parte com’è ormai abituato a fare, e come si è ampiamente visto con l’ultima legge sull’Autonomia differenziata “ammazza-Sud”».