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ArcheoVibo, le Mura greche finalmente accessibili al pubblico: si parte il 7 luglio. Al via anche nuovi scavi

Presentato il nuovo programma di studi e ricerche che coinvolge Drm Calabria, Soprintendenza e Università di Messina. Per il museo Capialbi disponibili fondi per 2,8 milioni di euro

ArcheoVibo, le Mura greche finalmente accessibili al pubblico: si parte il 7 luglio. Al via anche nuovi scavi
L'evento al museo di Vibo

Si concretizza il progetto “ArcheoVibo”, programma di studi e ricerche volto alla conoscenza e alla valorizzazione del patrimonio archeologico di Vibo Valentia. L’iniziativa, presentata nel corso di una conferenza stampa indetta presso il museo archeologico nazionale “Vito Capialbi”, nasce dall’azione sinergica tra la Direzione regionale Musei Calabria, la Soprintendenza archeologia belle arti e paesaggio per la città metropolitana di Reggio Calabria e la Provincia di Vibo Valentia e il Dipartimento di Civiltà antiche e moderne dell’Università degli studi di Messina. Nell’occasione, ad illustrare il progetto e a dire la loro sono giunti: il direttore della Drm Calabria Filippo Demma, la soprintendente Abap Maria Mallemace, il docente dell’Università di Messina Fabrizio Mollo, i ricercatori dello stesso Polo, Marco Sfacteria, Valentina Casella e Cristina Zappia. A fare gli onori di casa e ad introdurre i lavori, il direttore del “Capialbi” Maurizio Cannatà e il funzionario della soprintendenza Abap Michele Mazza, il quale ha posto l’accento sui temi della salvaguardia, valorizzazione e ricerca del patrimonio archeologico e sull’esigenza di avere una visione contestuale e unitaria degli scavi, «che permetta di perseguire l’interesse collettivo attraverso la gestione dei beni culturali».

Tra gli interventi in sala, quelli del prefetto Giovanni Paolo Grieco e del neo sindaco di Vibo Valentia Enzo Romeo. «Il progetto e la sua diffusione – ha sottolineato il direttore Demma – rappresentano uno strumento importante per la valorizzazione e la sviluppo culturale del territorio. La cultura è un insieme di metodi. Il nostro patrimonio, perciò, deve poter essere usato per creare felicità, consapevolezza e curiosità nelle singole persone e nella collettività. “ArcheoVibo”, in questo senso, serve a porci delle domande e a rendere disponibile il patrimonio culturale di questo luogo, a recuperare monumenti e a riaprire contesti e aree a lungo sottratte alla fruizione pubblica». La guida della Drm Calabria ha poi evidenziato il finanziamento di 1 milione e mezzo di euro stanziato dal Ministero della Cultura per il museo “Capialbi”, che sommato agli 800mila euro del Pnrr e ad altro ancora porta a un totale di circa 2 milioni e 800 mila euro. Sul corposo stanziamento di fondi indirizzati dal Mic, «attraverso il Segretariato regionale a Vibo e alla provincia», si è soffermata anche la soprintendente Mallemace. La stessa ha poi focalizzato l’attenzione sull’importanza della stretta collaborazione tra enti, «strumento fondamentale per la promozione dell’enorme patrimonio culturale di questo territorio e dell’intera Calabria».

Dell’importanza della collaborazione tra istituzioni ha parlato anche il professore  Mollo, il quale ha successivamente illustrato le potenzialità del Gis , piattaforma in grado di catalogare e georeferenziare le scoperte e i vari dati frutto degli scavi svolti sul posto, condivisibili con la comunità scientifica. Uno strumento prezioso e moderno di gestione di archeologia urbana, «in questo caso utile a mettere a sistema tutta la documentazione in un’ottica di tutela e valorizzazione del territorio vibonese». “ArcheoVibo”, così come spiegato dai ricercatori dell’Università di Messina, Sfacteria, Casella e Zappia (direttamente coinvolti nel progetto), prevede «nuovi scavi, l’avvio di indagini archeologiche e il conseguente conseguimento di dati inediti su una delle colonie più importanti della Magna Graecia, ancora poco conosciuta».

Il progetto permetterà anche di aprire al pubblico le Mura Greche di Hipponion, scoperte da Paolo Orsi e chiuse da decenni. Ad annunciarlo, con palese soddisfazione, lo stesso direttore Cannatà.  «Il sito – spiega – sarà visitabile alle ore 18 di ogni giorno, dal 7 luglio al 30 settembre, con lo stesso biglietto d’ingresso del museo. L’eredità culturale “archeologica” di Vibo Valentia ci parla di uno dei porti più importanti dell’Italia antica. Una città al centro del Mediterraneo, che ha ancora tanto da scoprire, che aspetta  di veder riconosciuto il suo giusto ruolo nel panorama scientifico internazionale e che attende di veder valorizzato appieno il suo straordinario patrimonio archeologico, attraverso la messa a sistema e facendolo conoscere a tutti».

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