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Maturità, il “cuore” nascosto nella prova di matematica raccontato da Fiamingo docente di Tropea premiato come migliore prof d’Italia

Tutta la bellezza dei numeri nelle parole del professore dell'istituto Galluppi che a maggio è stato insignito con il prestigioso riconoscimento di Atlante Italian Teacher Award

Maturità, il “cuore” nascosto nella prova di matematica raccontato da Fiamingo docente di Tropea premiato come migliore prof d’Italia
Il cuore che emerge dal grafico della prova di matematica all'esame di maturità 2024. A destra, il ministro Valditara con Fiamingo
Giuseppe Fiamingo durante la premiazione a maggio

Durante il periodo degli esami di maturità, oramai entrati a pieno regime, l’attenzione generale è quasi sempre rivolta agli studenti, alle loro speranze, alle loro ansie e… ai loro colpi di fortuna. Quasi mai ci si occupa dei docenti e di cosa possa rappresentare per loro questo periodo altrettanto cruciale, ben oltre le formalità burocratiche e le emozioni più disparate che anch’essi provano assieme ai loro allievi. A darci uno spaccato di tutto questo è Giuseppe Fiamingo, docente di matematica all’Istituto d’istruzione superiore “Pasquale Galluppi” di Tropea. Non un docente qualsiasi, ma il vincitore a maggio del Premio “Miglior insegnante d’Italia” organizzato da Atlante Italian Teacher Award e giunto quest’anno alla sua quinta edizione. La sua riflessione profonda trae origine dalla seconda prova di matematica, per tutti famosa come “il cuore nascosto” dentro al grafico da sviluppare. Le sue riflessioni sono un’esaltazione della bellezza intrinseca della matematica, andando oltre le formule ed i numeri. Di seguito pubblichiamo il testo integrale della riflessione del professore Fiamingo.

Il grafico celava un cuore

di Giuseppe Fiamingo*
La seconda prova degli esami di stato 2024 ha suscitato ammirazione e riflessioni con il problema numero 2, che cita le parole del matematico Ennio De Giorgi: “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. […] A questo mistero la matematica ci avvicina, pur senza penetrarlo”. La bellezza della matematica emerge anche attraverso le parole di G.H. Hardy, che concludono la 2 prova: “Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle; le idee, come i colori o le parole, devono legarsi armoniosamente. La bellezza è un requisito fondamentale; al mondo non c’è posto per la matematica brutta.”

Ennio De Giorgi

Ennio De Giorgi e il Mistero della Matematica

Ennio De Giorgi, matematico di fama mondiale, affermava: “All’inizio e alla fine, abbiamo il mistero. […] A questo mistero la matematica ci avvicina, pur senza penetrarlo”. De Giorgi evidenziava l’aspetto metafisico della matematica, sottolineando come essa ci aiuti a esplorare i grandi misteri dell’universo. La matematica, quindi, non è solo una scienza esatta, ma anche un mezzo per avvicinarsi ai segreti più profondi della realtà.

G.H. Hardy: La Matematica come Arte

Godfrey Harold Hardy

G.H. Hardy, altro eminente matematico, vedeva la matematica come un’arte. “Le forme create dal matematico, come quelle create dal pittore o dal poeta, devono essere belle: le idee, come i colori o le parole, devono legarsi armoniosamente”. Hardy sosteneva che la bellezza era un requisito fondamentale per la matematica, affermando che “al mondo non c’è posto perenne per la matematica brutta”. Questa visione estetica della matematica, condivisa da molti grandi pensatori, ci invita a considerare la matematica non solo come uno strumento analitico, ma come un’arte sublime, dove l’armonia delle idee è essenziale.

Il CERN e il Senso della Bellezza

Apparato sperimentale del Cern

Nel 2017, il Cern ha prodotto un film intitolato “Il senso della bellezza” diretto da Valerio Jalongo, esplorando il legame tra scienza e bellezza. Il CERN, noto per essere il luogo dove è nato il World Wide Web e per la scoperta del bosone di Higgs, è anche un centro di esplorazione della bellezza nell’universo. Attraverso esperimenti che cercano di ricreare il Big Bang, gli scienziati del Cern si avventurano in un viaggio nel tempo e nello spazio, svelando l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo. Il concetto di bellezza sembra estraneo alla scienza, ma al Cern si dimostra che è il contrario. La bellezza è vista come una simmetria che cerca di trovare ordine nel caos. Anche se non esiste una definizione matematica della bellezza, essa si manifesta chiaramente quando la incontriamo. Gli scienziati sono guidati da un “sesto senso” verso la conoscenza, un senso che li accomuna agli artisti.

La Convergenza tra Scienza e Arte

Gli apparati sperimentali del CERN rappresentano un viaggio nel tempo più lontano e nello spazio più piccolo che possiamo immaginare. In questo contesto, l’infinitamente piccolo e la vastità dell’universo aprono le porte a un territorio invisibile, dove gli scienziati sono guidati da qualcosa che li accomuna agli artisti. Tra macchinari che assomigliano a opere d’arte e installazioni artistiche che richiamano esperimenti scientifici, emerge un ritratto di attività scientifiche e artistiche come indagine, immaginazione e autentico esercizio di libertà.
*docente di matematica al Galluppi di Tropea

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