La Trasversale di Pizzo, opera mai conclusa divenuta una discarica. Paolillo (Wwf): «Celebra il “non finito” calabrese» -Video
Vecchi elettrodomestici, materassi e rifiuti di ogni sorta abbandonati a bordo strada. La denuncia del naturalista: «Troppa fatica fare la differenziata e sollecitare le ditte incaricate allo smaltimento ingombranti»
Una strada mai ufficialmente completata ma che continua ad essere utilizzata dagli automobilisti e non solo per collegamenti più veloci tra la costa e l’autostrada ma anche per smaltire illecitamente rifiuti d’ogni sorta. Stiamo parlando della “bretella” di collegamento che, secondo i progetti iniziali avrebbe dovuto collegare la statale 18 all’altezza del bivio per la stazione di Vibo-Pizzo con la provinciale che da Pizzo raggiunge il bivio per Maierato e lo svicolo di Sant’Onofrio. Sull’argomento è intervenuto Pino Paolillo del settore “Conservazione” del Wwf di Vibo Valentia. Si tratta di un’arteria «finanziata con Fondi dell’Unione Europea (Fesr) e caduta nel dimenticatoio delle opere incompiute che hanno reso famosa l’architettura calabra “del non finito” in tutto il mondo, come invito alla speranza in un futuro migliore. Dicono- sottolinea il naturalista – che ci sia stato un errore nei calcoli, per come proverebbe un muro di cemento rimasto lì, sospeso nel vuoto, a testimoniare la fallacia dell’agire umano, di quello di matrice bruzia in particolare». Le condizioni dell’arteria sono state recentemente al centro di un approfondimento a cura di Dentro la notizia, trasmissione in onda su LaC tv (clicca qui per rivedere la puntata).
Il progetto dell’arteria
La Trasversale, così come oggi si presenta, dovrebbe risultare interdetta al traffico in attesa della sua ultimazione (se mai verrà ultimata). L’infrastruttura era stata pensata soprattutto per consentire ai mezzi pesanti dell’area industriale di Vibo Marina di collegarsi agevolmente agli svincoli autostradali di Sant’Onofrio o Pizzo evitando di transitare proprio lungo le strade interne della località turistica napitina. Un progetto mai cocluso. Nelle ultime settimane, l’arteria è stata al centro di un confronto anche tra l’amministrazione provinciale guidata dal presidente Corrado L’Andolina e i vertici di Adesione democratica e Liberamente progressisti, attivi nel comprensorio di Pizzo (compagini rappresentate da Giuseppe De Caria e Emilio De Pasquale). L’intento era quello di sollecitare l’ente intermedio affinché si procedesse nell’iter per la sistemazione con relativa apertura al pubblico della strada.
La strada incompiuta nel degrado
La Trasversale di Pizzo rappresenta un vero e proprio simbolo del decadimento infrastrutturale della provincia di Vibo Valentia. Eppure, «nonostante non sia proprio ben messa dal punto di vista della sicurezza, la strada svolge lo stesso il compito per cui era stata progettata, per cui decine e decine di auto e camion la percorrono giornalmente per raggiungere l’altipiano degli Scrisi e da lì l’autostrada o la zona industriale risparmiando qualche chilometro. Quando si dice che non tutte le incompiute vengono per nuocere».
L’esponente del sodalizio sottolinea il degrado che circonda l’infrastruttura: «I lati della stessa arteria vengono utilizzati come deposito di materiali di svariata natura, dai materassi alle carcasse di elettrodomestici, e poi quintali di bottiglie di vetro e di plastica, materiali di risulta, insomma di qualsiasi oggetto che si ha difficoltà a smaltire con la raccolta differenziata».
Discariche abusive
Evidentemente, ironizza, «non tutti hanno il tempo per mettersi a separare, selezionare, conferire, chiamare le ditte incaricate e aspettare giorni prima che vengano a recupere il tutto (quale ditta poi, visto che siamo al confine tra i comuni di Pizzo e Vibo?). Tanto vale – rincara la dose – caricarsi tutto in auto e scaricare ai bordi della strada, senza il pericolo di quelle fastidiose e onnipresenti telecamere che limitano la libertà del cittadino, al pari degli autovelox (a quando una legge del Governo per omologare anche quelle senza tartassare i poveri cittadini perseguitati che non ne possono più?). Per cui segnalo questa possibilità a chi avesse problemi di smaltimento, anche in considerazione del fatto che “così fan tutti”, nessuno degli automobilisti si scandalizza per quello che vede dal finestrino, nessuno segnala e la strada non è normalmente percorsa dai turisti che usano altre vie per recarsi nella celeberrima e sempre decantata Costa degli Dei per la gioia di gommisti e meccanici».
Paolillo provocatoriamente chiosa: «Mi auguro solo che a nessuno degli amministratori dei Comuni interessati venga in mente, in un sussulto di impegno ecologista, di mandare qualcuno a ripulire la strada. Non solo la spesa sarebbe ingente e tale da incidere pesantemente sul bilancio comunale, ma anche l’uso di telecamere sarebbe un incentivo al furto delle stesse. Molto meglio lasciarla così, al servizio dei cittadini, perché tanto continuerebbero a utilizzarla per il duplice scopo subito dopo le operazioni di bonifica. Al limite, quando la spazzatura avrà reso impossibile il transito ostruendo la carreggiata, si potrà mandare una ruspa per aprirsi un varco nella monnezza».