L’orgoglio (e l’amarezza) di quello zerovirgola dei comunisti di Vibo, Murabito: «Vi dico chi ce l’ha fatto fare»
L’unica candidata donna che correva sotto la bandiera del Prc ha conseguito appena 148 voti, pari allo 0,81%: «Abbiamo partecipato con l’obiettivo di denunciare un sistema che impedisce il voto libero. Ma anche tra le nostre file c’è chi si è adeguato»
«Chi ce l’ha fatto fare? La volontà di denunciare un sistema che poco ha a che fare con il voto davvero libero». I comunisti sono fatti così. Ed è fatta così anche Marcella Murabito, orgogliosa anche se «delusa» da quello striminzitissimo 0,81%, pari a 148 voti, che la sua candidatura a sindaco di Vibo sotto le insegne del partito di Rifondazione Comunista è riuscita a incassare nel primo (e per loro unico) turno delle elezioni comunali. Unica donna in gara e una sola lista con 21 candidati di bandiera per dire «basta a una politica che non si fa più nei partiti ma risponde solo a logiche familiari e di appartenenza».
«E non parlo solo del centrodestra – precisa -, succede anche nel centrosinistra. Mettono in campo eserciti di 500 candidati e impediscono un voto pienamente democratico». Una pressione che, a quanto pare però, non risparmia neppure i “duri e puri”. «Si, è vero, siamo delusi da un risultato così irrilevante dal punto di vista numerico – si rammarica Murabito -, significa che anche chi milita tra le nostre file subisce queste logiche familistiche. E siamo profondamente colpiti dall’astensionismo registrato. Molti ci affiancano in piazza quando c’è da manifestare e protestare ma poi, quando si tratta di votare, o non ci vanno oppure si adeguano alle dinamiche classiche».
Murabito, dunque, non ha grossi rimpianti, ma l’amarezza resta tanta: «Ovviamente sapevamo che si trattava di una missione impossibile, ma non riusciamo a rassegnarci a una politica fatta solo di personalismi, anche a sinistra, basti pensare alle candidature per le Europee». Infine, sul ballottaggio che si svolgerà il 23 e 24 giugno non si sbilancia, ma una mezza previsione la fa: «Credo che molti voti del centro convergeranno su Romeo, e non per una particolare convinzione politica, ma solo perché ci sono tanti conti in sospeso da saldare».
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