mercoledì,Dicembre 25 2024

Da Sinistra italiana al Pd: Gernando Marasco prende la tessera

L’ex coordinatore provinciale di SI approda in via Argentaria: «A Vibo serve un partito forte, Zingaretti ha tracciato la rotta giusta»

Da Sinistra italiana al Pd: Gernando Marasco prende la tessera

C’è chi va, c’è chi viene. Mentre in tanti, nel corso dell’ultimo anno, hanno abbandonato la nave che batte bandiera democratica, qualcuno vi approda. È il caso, ad esempio, di Gernando Marasco, fino a qualche mese fa coordinatore provinciale di Sinistra italiana, dimessosi dall’incarico per candidarsi «da indipendente» nella lista Pd al Comune di Vibo alle ultime amministrative, ed ora transitato ufficialmente in via Argentaria. È il diretto interessato a darne annuncio: «L’avvio del tesseramento 2019 – scrive Marasco in una nota – è l’occasione per formalizzare la mia adesione al Partito democratico. È una scelta su cui stavo riflettendo da diverso tempo, dopo la mia candidatura come indipendente nella lista del Pd alle elezioni comunali del maggio scorso, e che gli ultimi eventi della politica nazionale hanno accelerato. Guardo con fiducia e speranza al nuovo governo e, da cittadino calabrese, nutro forti aspettative su un intervento dello Stato che dia al Sud un po’ di dignità e ossigeno e che corregga lo squilibrio di investimenti in sfavore del Mezzogiorno». Secondo Marasco, «quello di Nicola Zingaretti è un Partito democratico rinnovato, forte e plurale, che (la sfida da vincere è questa) punti a costruire una società coesa e solidale e a ridare alle persone diritti, speranza, equilibrio e ordine, impossibili senza una poderosa politica di giustizia sociale. Così non è stato negli anni del renzismo e delle sue riforme più caratterizzanti: dal Jobs Act alla Buona Scuola alla mancata riforma costituzionale, resta forte la contrarietà della sinistra».

«Nella nostra regione – aggiunge il neo iscritto dem – si sta chiudendo un’esperienza governativa molto discussa, forse criticata oltre i suoi oggettivi demeriti; ma al di là della valutazione politica sull’operato della giunta uscente, il mutato quadro nazionale impone il superamento della figura di Mario Oliverio e di fare un tentativo di coalizione civico-politica che vada oltre i ristretti confini del centrosinistra tradizionale, guidata da un “Giuseppe Conte calabrese” per raccogliere la sfida del centrodestra. Le elezioni regionali sono dietro l’angolo e il Pd del capoluogo rischia di farsi trovare impreparato e di affrontare questa scadenza senza un gruppo dirigente cittadino. Ha sì intrapreso un nuovo corso positivo, con riunioni e assemblee aperte in cui è stato avviato un confronto costruttivo tra le sue anime, tra i militanti di lungo corso e le nuove energie che vogliono dare un contributo; ma il metodo più affidabile, democratico, costruttivo e inclusivo per costruire un progetto politico per Vibo Valentia è il congresso cittadino. Un congresso aperto alle adesioni dei simpatizzanti, partecipato, trasparente e contendibile, in cui i numeri, pure importanti, non mettano in secondo piano i contenuti. Dopo le traversie degli ultimi dodici mesi, bisogna rinvigorire il Pd a Vibo Valentia, rivedere il programma e il progetto per la città e sostenere, ma anche “controllare” l’operato dei consiglieri comunali. L’opposizione alla maggioranza della sindaca Limardo non può essere demandata esclusivamente alle pur lodevoli iniziative del gruppo consiliare; i consiglieri necessitano del supporto di un partito alle loro spalle, che li aiuti ad assumere posizioni efficaci, rappresentative e unitarie, evitando iniziative in solitario o troppo dialoganti con la maggioranza. Se la politica è ascoltare i bisogni delle persone e provare a dare risposte, dobbiamo farlo a maggior ragione a Vibo Valentia, a cominciare dalle frazioni e dalle periferie».

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