‘Ndrangheta: operazione Imperium, resta in carcere Francesco Mancuso
Decisione della Cassazione per uno dei principali indagati dell’inchiesta. Ecco le accuse
Resta in carcere Francesco Mancuso, 53 anni, di Limbadi (ma residente a Nicotera Marina), detto “Bandera” e coinvolto nell’operazione antimafia denominata “Imperium”. E’ quanto deciso dalla quinta sezione penale della Cassazione che ha respinto il suo ricorso avverso l’ordinanza del 30 agosto 2023 del Tribunale del Riesame. Francesco Mancuso è accusato del reato di associazione mafiosa ed in particolare di far parte dell’articolazione dell’omonimo clan diretta dallo zio Luigi Mancuso. Avrebbe rappresentato e preso il posto del fratello Pantaleone Mancuso, detto “Scarpuni”, a partire dal momento di carcerazione di quest’ultimo. Secondo l’accusa, «simulando una posizione defilata» avrebbe «intrattenuto costanti rapporti con lo zio Luigi Mancuso per il tramite di Assunto Natale Megna, Pasquale Gallone e Gaetano Molino, al quale palesava in più occasioni gli interessi “di famiglia” nel villaggio Sayonara di Nicotera Marina e nella riscossione degli introiti derivanti dalla sua gestione». Francesco Mancuso si sarebbe poi adoperato nelle iniziative volte al «riciclaggio dei proventi illeciti della cosca, rilevando, per il tramite del suo prestanome Paolo Mercurio, una serie di attività economiche tra cui una piadineria ubicata a Milano ed un’attività ittica ubicata prima a Vibo Valentia e poi a Marcellinara». Le condotte contestate partono dal 16 marzo 2005. La Cassazione ha ritenuto infondato il ricorso di Francesco Mancuso e nei suoi confronti la Dda di Catanzaro ha già chiesto l’11 aprile scorso – nel processo che si sta svolgendo con rito abbreviato – la condanna a 20 anni di reclusione. Da ricordare che per un capo di imputazione il Riesame aveva annullato la misura cautelare, mentre per un altro il gip distrettuale aveva escluso la gravità indiziaria.
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