Otto anni senza Maria Chindamo, a Limbadi un sit-in per ricordarne la scomparsa
Di lei si persero le tracce il 6 maggio 2016. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sulla base delle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, fu rapita, uccisa e data in pasto ai maiali
Limbadi ospiterà un sit-in a otto anni dalla scomparsa di Maria Chindamo. L’appuntamento è previsto per il 6 maggio alle ore 10.00 davanti all’azienda dell’imprenditrice, in contrada Montalto. “#ioparlo” è stato organizzato in occasione dell’ottavo anniversario della scomparsa: «Ritrovarsi come società civile davanti al cancello dell’azienda di Maria, luogo nel quale la donna venne certamente aggredita, rappresenta – scrive il coordinatore regionale di Libera, Giuseppe Borrello, per l’intera Calabria il segno tangibile del desiderio di cambiamento e di presa di coscienza di chi ogni giorno sceglie da che parte stare».
La scomparsa di Maria Chindamo
Il 6 maggio del 2016 era un venerdì. La donna era uscita di casa intorno alle 7, come sempre, per andare a lavorare nella campagna. Sembra una mattinata come tutte le altre fino a quando il fratello Vincenzo scopre che qualcosa non va: davanti al cancello della tenuta agricola, ancora chiuso, ritrova l’auto di Maria col motore acceso e alcune tracce di sangue e capelli. Da quel momento nessuno la vedrà più. La cercheranno, in ogni angolo, in ogni centimetro di terra, in ogni anfratto, ma di lei nessuna traccia. Sembra sparita nel nulla. Le telecamere di sorveglianza dei terreni davanti alla sua azienda quel giorno risultano non funzionanti. Qualche ora dopo, intorno alle 9, i figli sentono bussare alla porta di casa. Sono i carabinieri che danno loro una notizia che cambierà per sempre le loro vite: la loro mamma è sparita.
L’inchiesta Maestrale-Carthago
La svolta del caso avviene nel settembre 2023. L’inchiesta “Maestrale-Carthago”, condotta dalla Dda di Catanzaro, porta all’esecuzione di 81 misure cautelari. Tra gli arresti, quello di Salvatore Ascone, accusato, insieme al figlio allora minorenne, di aver manomesso il sistema di videosorveglianza della proprietà della donna. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti sulla base delle rivelazioni di alcuni collaboratori di giustizia, Maria fu rapita, uccisa e data in pasto ai maiali dalla ‘ndrangheta per la sua sete di libertà. Secondo il procuratore capo Nicola Gratteri: “Maria Chindamo è stata uccisa quando si è permessa di postare le foto con il nuovo compagno. Dopo due giorni è stata uccisa in modo inumano. Bruciava l’idea che i terreni fossero gestiti da una donna che addirittura si sarebbe permessa di rifarsi una vita”.
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