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Comune di Tropea sciolto per mafia, Pietropaolo: «Positiva la scarsa partecipazione al corteo pro sindaco» 

L’ex consigliere interviene sullo scioglimento per infiltrazioni mafiose degli organi elettivi dell’ente condannando la «propaganda e la dittatura della maggioranza consiliare» con i residenti «trattati come sudditi»

Comune di Tropea sciolto per mafia, Pietropaolo: «Positiva la scarsa partecipazione al corteo pro sindaco» 
Il Comune di Tropea e nel riquadro Massimo Pietropaolo

Un piccolo corteo di tropeani, il 30 aprile scorso, ha voluto ringraziare l’ex sindaco della Città che ha trasformato i loro sogni in realtà. L’amministrazione comunale, capitanata dall’ex primo cittadino, è stata sciolta dal Consiglio dei ministri per infiltrazioni mafiose e condizionamenti sull’attività amministrativa dell’ente locale. Un dato sicuramente positivo è stata la scarsa partecipazione popolare alla marcia di solidarietà all’ ex sindaco. Il fatto che la stragrande maggioranza dei cittadini tropeani non abbiano partecipato all’evento dimostra chiaramente che il consenso popolare di cui godeva l’ex compagine amministrativa non era così grande come da sempre era stato raccontato dalla propaganda della maggioranza consiliare”. E’ quanto sostiene l’ex consigliere comunale di Tropea Massimo Cono Pietropaolo il quale sulla maggioranza consiliare ricorda che “nell’ultima seduta del Consiglio comunale di era ridotta ad una maggioranza relativa, 6 consiglieri su 13, tanto da avere bisogno della presenza in aula di un consigliere di minoranza che con la sua astensione ha consentito l’approvazione del Piano strutturale comunale e del relativo Regolamento Edilizio Urbanistico. A rifletterci bene – sottolinea Pietropaolo – l’ex sindaco di Forza Italia era stato eletto il 22 ottobre 2018 con meno di 1.500 voti su 4.500 aventi diritto al voto, quindi da una maggioranza relativa. I numeri del Consiglio comunale al momento della votazione sul Psc e sul Reu hanno rispecchiato la geografia elettorale di Tropea. In questi cinque anni e mezzo si è pensato quasi esclusivamente al benessere dei turisti pagato tartassando i residenti.

l’ex sindaco di Tropea Giovanni Macrì

La Grandeur del sedicente Principe e della sua corte è stata pagata dai cittadini fiscalmente fedeli di Tropea. In questi cinque anni e mezzo di governo locale i cittadini hanno dovuto subire la dittatura della maggioranza. La gloriosa, antica, ricca, religiosa e aristocratica Città di Tropea è stata trasformata in un finto Principato i cui abitanti erano verosimilmente considerati sudditi anziché cittadini. Ai sogni di grandezza dell’ex sindaco e dei suoi sostenitori, i quali erroneamente identificano la Città di Tropea con se stessi, è stata sacrificata spesso e volentieri la libertà di dissenso di chi non ha ritenuto che quei sogni meritassero di essere trasformati in realtà.  L’insediamento della triade commissariale composta dai viceprefetti, Vito Turco e Roberto Micucci – che era componente anche della Commissione inviata da prefetto di Vibo Valentia Paolo Francesco Grieco per accertare gli eventuali condizionamenti della malavita organizzata nella formazione della volontà degli atti amministrativi del Comune di Tropea – e dal dottor Antonio Calenda, consentirà di svolgere le funzioni del Consiglio, della Giunta e del sindaco. A Tropea – conclude Pietropaolo – è stato rintracciato l’ultimo giapponese che non ha avuto ancora notizia che la guerra è finita e che la sua compagine è stata sconfitta: l’ex primo cittadino Giovanni Macrì”.

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