Referendum, il tour del “Sì” fa tappa a Pannaconi
Iniziativa voluta dal sindaco Francesco Mazzeo. A sostegno della riforma l’intervento del presidente del consiglio regionale Nicola Irto e del consigliere regionale Michele Mirabello
«Il nostro “Sì” deve essere discusso, motivato. Il nostro voto, consapevole. Non dobbiamo personalizzare il Referendum, la Costituzione può essere cambiata e non facciamo sgarbo a nessuno». I saluti del sindaco di Cessaniti, Francesco Mazzeo aprono l’incontro “La Riforma Costituzionale, opinioni a confronto”, realizzato dall’amministrazione comunale con l’intento di informare i cittadini.
L’appuntamento referendario del prossimo 4 dicembre rappresenta un passaggio delicato per la storia politica italiana. Si andrà a decidere sull’approvazione del testo di legge costituzionale concernente le “disposizioni per il superamento del bicameralismo paritario, la riduzione del numero dei parlamentari, il contenimento dei costi di funzionamento delle Istituzioni, la soppressione del Cnel e la revisione del Titolo V della parte II della Costituzione”.
Vista la complessità dei temi, si è scelto di illustrare i contenuti della Riforma ospitando personalità politiche di spessore: il consigliere regionale Michele Mirabello, presidente della Commissione Sanità della Regione e Nicola Irto, presidente del Consiglio regionale. A moderare l’incontro Pasquale Motta, direttore de LaC.
Nella sala della scuola materna di Pannaconi, s’è entrati nel vivo della discussione partendo proprio dall’esistenza o meno di spettri populistici e di rischi che il Referendum possa trasformarsi in un voto anticasta: «Da anni sentiamo parlare della necessità di creare una camera che coniughi gli interessi delle Regioni, lo diceva il programma dell’Ulivo. Oggi lo possiamo fare e si gira intorno all’argomento. Il punto d’approdo è il tentativo di consumare un’azione che ha poco di istituzionale e molto più di politico, ovvero mandare a casa il Governo Renzi. Penso ci si debba fermare al merito della Riforma e capire se questa riforma serve o no al Paese, noi siamo convinti serva».
Altri argomenti affrontati: la legge elettorale, una questione, a giudizio dei presenti, da valutare a prescindere dal risultato del 4 dicembre; la fine del bicameralismo perfetto (il Senato smette di essere la copia della Camera e diventa sede del raccordo Stato-Regioni-Comuni e Città metropolitane con 100 rappresentanti senza indennità) e la definizione delle competenze tra Stato e Regioni. Punto approfondito dal presidente del Consiglio Irto: «Avere dato nel 2001 più poteri alle Regioni, ha visto aumentare il divario tra Nord e Sud. Io immagino che oggi ridiscutendo le competenze, ricentralizzandole, si possa diminuire la distanza. Questa Riforma conviene all’Italia e conviene ancora di più al Sud».
Una struttura variata – secondo le analisi degli esponenti Pd – che porterà il Senato ad assumere un’importante funzione di rappresentanza delle autonomie locali, snellimento nell’approvazione delle leggi, notevoli risparmi nella politica.