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Beni confiscati alla mafia, il progetto del Comune di Drapia per Torre Galli

Gli amministratori illustrano l’iter in atto per restituire l’area alla comunità. Si punta a creare un ambiente in grado di favore l’inclusione, l’educazione ambientale e promuovere uno stile di vita sostenibile

Beni confiscati alla mafia, il progetto del Comune di Drapia per Torre Galli
Torre Galli, Drapia

«L’iniziativa di riqualificazione dell’area di Torre Galli nel territorio di Drapia, finanziata con oltre 1 milione di euro e finalizzata al recupero di un bene confiscato alle mafie, si presenta come un esempio lampante di trasformazione positiva degli spazi precedentemente contaminati dalla criminalità organizzata in risorse preziose per la comunità». Lo rende noto il Comune aggiungendo: «Il prossimo 15 aprile saranno aperte le buste relative alla gara fatta dalla Stazione unica appaltante (Sua) provinciale. Questo ambizioso progetto – si fa rilevare – non si limita a una mera ristrutturazione fisica dell’area, ma ambisce a trasformarla in un polo di attrazione culturale, sociale e turistica. L’obiettivo è quello di creare un ambiente che favorisca l’inclusione, l’educazione alla legalità e promuova uno stile di vita sostenibile».

Il progetto

Gli amministratori sottolineano gli aspetti innovativi del progetto. In primis, «l’utilizzo di beni confiscati per scopi sociali e comunitari non solo contrasta gli effetti devastanti della criminalità organizzata, ma restituisce alla comunità spazi precedentemente inaccessibili o degradati». Al contempo, «trasformare un simbolo di illegalità in un centro per la promozione della legalità e della cultura trasmette un messaggio potente sulla capacità della società di redimersi e progredire verso valori positivi». Non trascurato l’aspetto della mobilità sostenibile e dell’educazione ambientale con l’«integrazione di servizi di bike sharing e la creazione di percorsi ciclabili». Né quello dell’inclusione e accessibilità: «La progettazione inclusiva delle aree ricreative e la creazione di spazi che facilitano l’interazione e la socializzazione per persone con e senza disabilità rappresentano un passo importante verso una comunità più accogliente e inclusiva».

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Così, l’area di «Torre Galli diventerà un luogo dove la storia locale e la cultura potranno essere esplorate in modo interattivo, offrendo spazi per esposizioni, incontri culturali e attività educative rivolte alle scuole. La riqualificazione favorirà l’aggregazione sociale e il coinvolgimento della comunità, contrastando l’isolamento e promuovendo un senso di appartenenza e identità collettiva». In più «Il progetto potrà stimolare lo sviluppo economico locale attraverso il turismo culturale e naturalistico, generando nuove opportunità di lavoro e promuovendo l’imprenditorialità locale nel rispetto dei principi della sostenibilità». Mentre la «valorizzazione del paesaggio e la promozione della mobilità sostenibile contribuiranno alla riduzione dell’impatto ambientale, migliorando la qualità dell’aria e promuovendo uno stile di vita più sano». Tuttavia, anticipano gli amministratori «la realizzazione di questo progetto ambizioso presenta sfide e considerazioni future importanti. Sarà necessaria una gestione attenta e inclusiva, coinvolgendo attivamente la comunità locale e le parti interessate per garantire che il progetto rispecchi le esigenze e le aspettative dei cittadini. È cruciale mantenere un equilibrio tra conservazione e innovazione, assicurando che lo sviluppo turistico e culturale non comprometta l’integrità paesaggistica e storica dell’area. Inoltre – si rimarca –  sarà importante monitorare l’impatto del progetto sulla comunità e sull’ambiente, adattando le strategie di gestione per massimizzare i benefici sociali ed economici mentre si minimizzano eventuali effetti negativi. Il successo di questa iniziativa – chiosano – potrebbe servire da modello per altri progetti di recupero di beni confiscati, dimostrando il potenziale di trasformazione positiva che tali interventi possono avere sul tessuto sociale ed economico delle comunità».

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