Il TF fa tappa a Pizzo: Carmine Abate domani al Nautico
La felicità dell’attesa, ultimo lavoro dello scrittore di Carfizzi, verrà presentato domattina su iniziativa del Comune.
Il festival Leggere & Scrivere, in corso in questi giorni a Vibo Valentia, fa tappa a Pizzo, dove domani, sabato 17 ottobre, alle 11.30, nell’aula magna dell’Istituto Nautico, lo scrittore calabrese Carmine Abate presenterà il suo nuovo libro, La felicità dell’attesa (Mondadori). Ad intervistarlo sarà la giornalista Anita Ruffa, che approfondirà con l’autore le tematiche principali della sua opera, cioè l’emigrazione ed i legami con la terra d’origine. L’appuntamento, organizzato dal Comune di Pizzo, partner istituzionale del festival, rientra a pieno titolo nel programma della manifestazione letteraria, che sta riscuotendo grande successo e partecipazione di pubblico.
Al dibattito di domani, che coinvolgerà numerosi studenti del Nautico, parteciperanno anche l’assessore comunale alla Cultura, Cristina Mazzei, e il dirigente scolastico dell’Istituto omnicomprensivo di Pizzo, Francesco Vinci. Il nuovo romanzo di Abate ha il passo serrato di un giallo e ruota intorno al mistero di una morte da vendicare, ma è soprattutto un appassionato apologo sulle partenze e i ritorni, sugli strappi ed i sotterranei legami tra le generazioni, sui tempi della vita e sull’amore che può sopravvivere alla morte.
Sessantuno anni, nato a Carfizzi, un paese di appena 600 abitanti in provincia di Crotone, Carmine Abate è autore di numerosi racconti, romanzi e saggi, prevalentemente incentrati sui temi dei migranti e degli incontri tra le culture. «Argomenti drammaticamente attuali – ha affermato l’assessore Mazzei -, in questi anni che vedono il Mediterraneo luogo di imponenti flussi migratori provenienti in prevalenza dall’Africa e dal Medio Oriente. Sarà molto interessante, dunque, ascoltare la testimonianza dall’autore che ha vissuto a lungo in Germania quando era più giovane, per seguire il padre emigrante. Sullo sfondo c’è sempre la Calabria, terra di partenze ma anche di approdo per migliaia di profughi che oggi scappano dalla guerra e dalla fame».