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Maestrale: scambio elettorale politico mafioso, lascia i domiciliari 55enne di Mileto

La Cassazione in accoglimento di un ricorso dei difensori ha annullato senza rinvio la decisione del Riesame. Nei suoi confronti ipotizzati anche i reati di corruzione e truffa aggravata dalle finalità mafiose. Ecco tutte le accuse

Maestrale: scambio elettorale politico mafioso, lascia i domiciliari 55enne di Mileto
la Cassazione
Il nuovo Palazzo di giustizia a Vibo

La sesta sezione della Corte di Cassazione ha annullato senza rinvio l’ordinanza emessa dal Tribunale del Riesame di Catanzaro nei confronti di Clemente Mazzeo, 55 anni, di Mileto, disponendone l’immediata liberazione. Mazzeo figura tra gli imputati dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia dell’operazione Maestrale-Carthago ed era detenuto agli arresti domiciliari. E’ difeso dagli avvocati Tommaso Zavaglia e Pasquale Michele Contartese. Clemente Mazzeo – titolare dell’esercizio commerciale di Pro Shop con sede a Vibo – è accusato dei reati di scambio elettorale politico mafioso e concorso in corruzione poiché in occasione della campagna elettorale per il rinnovo del Consiglio regionale del 2020, Domenico Colloca, quale appartenente alla ‘ndrangheta, in concorso morale e materiale con Clemente Mazzeo e Gregorio Coscarella, prometteva a Cesare Pasqua, all’epoca capo Dipartimento di Prevenzione dell’Asp di Vibo Valentia (che accettava la promessa), di procurare almeno 500 voti in favore del figlio Vincenzo Pasqua, candidato nella lista “Jole Santelli Presidente”, in cambio dell’asservimento, da parte di Pasqua, delle prerogative proprie dell’incarico dirigenziale da lui rivestito nell’Asp agli interessi delle rispettive consorterie mafiose di appartenenza al fine di intervenire per favorire l’espansione imprenditoriale della società “Arte del Catering” (di cui il Colloca risulta essere titolare occulto) nell’ambito del settore delle mense ospedaliere.  Quale rappresentante dell’impresa Mc, Clemente Mazzeo è inoltre accusato di concorso in truffa in concorso con Domenico Colloca, Antonino La Bella e l’avvocato Azzurra Pelaggi.  Avrebbe emesso un numero allo stato imprecisato di fatture per operazioni inesistenti verso le società riconducibili ad Azzurra Pelaggi ovvero nei confronti dell’associazione onlus Da donna a donna e nei confronti della società cooperativa Abigail (alle quali era affidata, rispettivamente, l’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati per i comuni di Mileto, Joppolo e Filadelfia e lo Sprar del comune di Mileto), inducendo in errore il Comune di Vibo Valentia – ente capofila, deputato ad autorizzare la liquidazione delle spese relative all’accoglienza migranti per tutta la provincia.

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