Omicidio di Antonino Loielo a Gerocarne, condannato il figlio
Del delitto è accusato il solo Walter Loielo, dal settembre 2020 collaboratore di giustizia. Ecco tutte le accuse
Condanna a 20 anni di reclusione per Walter Loielo, 28 anni, di Gerocarne, accusato dell’omicidio aggravato e premeditato ai danni del padre Antonino Loielo, nonchè del reato di occultamento di cadavere in concorso con altre persone al momento ancora ignote. La condanna arriva dal gip del Tribunale di Vibo Valentia, Barbara Borelli, al termine di un processo celebrato con rito abbreviato condizionato, così come chiesto dal difensore di Walter Loielo, l’avvocato Caterina De Luca. La scelta del rito alternativo è valsa per l’imputato lo sconto di pena di un terzo. La pubblica accusa era sostenuta dal pm Filomena Aliberti. Walter Loielo è attualmente un collaboratore di giustizia ed inizialmente gli veniva contestato il concorso nell’occultamento del cadavere del padre nei boschi di Ariola, mentre il reato di omicidio veniva ipotizzato nei confronti del solo Ivan Loielo. Già all’atto dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari, le cose sono però cambiate con la contestazione nei confronti di Walter Loielo dei reati di omicidio e occultamento di cadavere, mentre la posizione di Ivan Loielo risultava stralciata.
In particolare, Walter Loielo – procurandosi le armi e tenendole pronte all’uso – è accusato di aver concorso nell’esplosione di più colpi d’arma da fuoco calibro 9×19, 9×21 e calibro 7 all’indirizzo del padre Antonino che veniva colpito almeno otto volte al braccio destro, alla spalla destra, all’emitorace destro e sinistro. Il reato di omicidio è aggravato dalla premeditazione e dall’aver commesso il fatto contro un ascendente. Antonino Loielo è sparito nel nulla all’età di 50 anni nell’aprile del 2017 ed il suo corpo è stato trovato dalla polizia nel 2020 nei boschi di Ciano. La sua scomparsa non è mai stata denunciata da nessuno dei suoi familiari – ovvero l’ex moglie, la nuova compagna e altri otto figli – tutti indicati come persone offese. Parte civile nel processo si è invece costituito Giuseppe Loielo, padre della vittima. Per Walter Loielo, l’accusa di occultamento di cadavere fa invece riferimento all’aver concorso – con altri soggetti rimasti ignoti – a scavare una buca in un bosco di località Ciano di Gerocarne e a seppellire quindi il padre Antonino, ricoprendo poi il terreno anche con la carcassa di un’auto. Detenzione illegale e porto in luogo pubblico di più armi (calibro 9×19, 9×21 e calibro 7) gli ulteriori reati contestati, con la recidiva specifica e infraquinquennale. Walter Loielo collabora con la giustizia dal 28 settembre del 2020. Il fatto di sangue non registra aggravanti mafiose e da qui la competenza della Procura di Vibo Valentia. Il dato certo è che Walter Loielo non ha agito da solo, ma al momento è l’unico processato e condannato.
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