giovedì,Novembre 21 2024

Vibo, tra vetrine spoglie e centro storico in crisi. Gelanzè: «Fa male al cuore»

L’architetto illustra lo stato in cui versa la città: «I posti di lavoro si sono decimati e questa è la causa maggiore di un’economia asfittica che limita la circolazione di denaro sempre più»

Vibo, tra vetrine spoglie e centro storico in crisi. Gelanzè: «Fa male al cuore»
Veduta di Vibo Valentia

Lo stato in cui versa la città di Vibo Valentia, al centro dell’intervento di Cesella Gelanzè, architetto. «Lo squallore che accoglie chi insiste nel voler percorrere le principali vie del centro storico della nostra città per una passeggiata o solo per incontrare un amico, fa male all’anima. Fa male ancor di più, se tra quelle vie, la gioventù di oggi vi si attarda nel tempo libero o a sera tarda, tra i locali che con la loro vivacità e accoglienza, testimoniano che la volontà di ben vivere con spontaneità e semplicità resiste, nonostante tutto. Perché la dinamicità dei cittadini di oggi, che la loro vita cercano di interpretarla e condurla adeguandola all’esistente, stride con il palcoscenico che li accoglie e che si identifica con le piazze e le vie della città in cui vivono. Vetrine dismesse, sporche, in una fila spesso senza soluzione di continuità, fanno da cortina alla scena in cui la recita avviene. Nulla a che vedere con la stessa scena immortalata solo qualche decennio fa, in un tempo ormai trascorso assieme al secolo cui apparteneva, in cartoline che circolano sui social, a denunciare la nostalgia malinconica di chi quel periodo l’ha vissuto». «Come per un bell’abito, sgualcito e che richiede qualche rammendo, l’intreccio sempre più frequente di tavoli di incontro tra addetti ai lavori, professionisti e innamorati sinceri del mal ridotto, testimonia la preoccupazione unanime di agire, con sollecitudine. La contingenza che affligge il territorio non offre tuttavia una prospettiva di salvataggio facile. I posti di lavoro si sono decimati e questa è la causa maggiore di un’economia asfittica che limita la circolazione di denaro sempre più. È un cane che si morde la coda. Dunque, trovare un motivo d’attrazione per la città, come il turismo lo è stato per località come Tropea, diventa fattore essenziale per la sopravvivenza. Lo richiede la linfa che ancora insiste e resiste, composta dai giovani che nutrono il tessuto povero e dagli imprenditori rimasti, spesso eroi che si sono imposti e continuano a imporsi con abnegazione. L’ultimo atto dell’ultima amministrazione comunale ha avuto inizio. Gli spettatori attendono di conoscere il titolo e gli attori della rappresentazione che seguirà. Col fiato sospeso e bandita ogni traccia di rassegnazione, sono pronti ad ascoltare, analizzare, scegliere. Perché il meglio è sempre lì che attende di essere afferrato e addentato».

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