Intimidazioni alla Chiesa miletese, solidarietà da Emanuele Filiberto di Savoia
Il duca di Casa Savoia esprime sconcerto e vicinanza per i gravi episodi accaduti a Cessaniti a don Palamara e don Pontoriero: «Loro rappresentano l’Italia migliore»
Gli atti intimidatori perpetrati nei confronti di don Felice Palamara e don Francesco Pontoriero continuano a scuotere le coscienze della società civile. Tanti gli attestati di vicinanza e di sostegno fatti recapitare in queste ore ai parroci di Pannaconi e Cessaniti. Gli ultimi in ordine di tempo giungono da Emanuele Filiberto di Savoia, il quale a tal proposito si dichiara sconcertato per i «gravi fatti recentemente accaduti all’interno del territorio della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea. Desidero formulare, anche a nome di tutta Casa Savoia – afferma al riguardo – piena solidarietà ai Reverendissimi sacerdoti per i terribili atti d’intimidazione che hanno recentemente subito. Quanto occorso – prosegue – mi ha profondamente colpito per la sua subdola crudeltà e conferma quanto il ministero sacerdotale sia fondamentale per ogni territorio e – ancor più – per le aree più complesse della nostra Patria, dove offrire una testimonianza di fedeltà al Vangelo, nell’amore per la Chiesa e per la comunità, significa anche sostenere il valore della legalità e della civile convivenza democratica.
Ammiro l’esempio di questi sacerdoti – che rappresentano l’Italia migliore – contro l’iniqua logica di sopraffazione e di violenza della criminalità organizzata. Assicuro a loro e al vescovo della Diocesi di Mileto-Nicotera-Tropea, Ser monsignor Attilio Nostro – conclude il duca di Casa Savoia – la mia vicinanza in questo delicato momento». Per quanto riguarda don Palamara, il sacerdote è stato a più riprese destinatario di lettere farcite di insulti e minacce e vittima del danneggiamento della propria auto e del versamento di candeggina nelle ampolle dell’acqua e del vino. Episodio, quest’ultimo, registratosi durante la celebrazione della messa di sabato scorso e di una gravità inaudita, visto che ha messo a rischio la vita stessa del parroco di San Nicola di Pannaconi, soggetto alle prese con problemi cardiopatici e sofferente di asma. Gravi anche i fatti che hanno riguardato don Pontoriero, a sua volta destinatario di lettere con minacce e, in ultimo, di un gatto morto fatto ritrovare sul cofano della sua autovettura con accanto un biglietto con la scritta “Ve la faremo pagare”. A questo punto si può parlare di vero e proprio attacco alla Chiesa locale, anche perché, a quanto pare, in questo periodo gli atti intimidatori non si stanno limitando alle sole “periferie” e ai due parroci di San Nicola di Pannaconi e di Cessaniti, anzi.
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