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Comunali a Vibo, Luciano: «Non c’è nessuna leadership al centro e il sindaco deve ancora essere deciso»

Intervista al leader cittadino di Azione che smentisce siano già state compiute delle scelte sul nome del candidato a primo cittadino in una coalizione «ancora da costruire e dove non decide uno per tutti. Chi afferma il contrario – sostiene Luciano – vuole solo creare confusione»

Comunali a Vibo, Luciano: «Non c’è nessuna leadership al centro e il sindaco deve ancora essere deciso»
Stefano Luciano
Stefano Luciano
Stefano Luciano

Prova a fare chiarezza sulle dinamiche politiche interne all’area di centro, il leader cittadino di Azione Stefano Luciano. Lo fa, soprattutto, per sgombrare il campo dalle tante voci che in questa settimana si sono rincorse (molte delle quali, in “salsa” vibonese, montate e messe in giro ad arte) intorno all’individuazione del candidato a sindaco del polo centrista. Contattato dalla nostra testata, il consigliere comunale di Azione non si nasconde e non le manda a dire: risponde alle nostre domande e chiarisce la posizione del suo partito anche sulla leadership nella coalizione.

Avvocato Luciano, da Vibo Unica ad Azione fino a costruire un alleanza con i partiti di centro. Cosa muove il suo dinamismo politico?

L’interesse verso la città ed i suoi cittadini che meritano di avere punti di riferimento certi capaci di risolvere i loro problemi e le loro difficoltà. Non ci sono ambizioni personali nel mio modo di intendere la politica. Le ambizioni le ho sempre riversate nella mia professione che mi ha dato e mi continua a dare enormi soddisfazioni.

A che punto è il progetto centrista? Nei giorni scorsi abbiamo letto un documento a firma di nove sigle. E’ una sfida a Forza Italia o al Pd?

Io faccio parte di un partito, “Azione”, che è autonomo ed alternativo sia a Forza Italia che al Pd. Questo essere alternativi è il punto condiviso con le altre forze centriste che ha determinato la sottoscrizione del documento. Ciò non vuol dire che nell’interesse della città non si possano trovare delle convergenze senza per questo diventare organici ad uno dei due poli. Ragionare senza i pregiudizi ideologici rappresenta una linea politica del mio partito.

Questo significa che sono aperte le porte ad alleanze per le prossime amministrative?

Questo aspetto lo abbiamo chiarito sia come partito e sia con gli alleati di centro. Faremo la nostra proposta alle amministrative con un nostro candidato a Sindaco nel convincimento che il tavolo del centro abbia la capacità di effettuare la migliore scelta possibile nell’interesse della città.

Ma fare sintesi con 9 sigle non sarà facile, Lei non pensa che possano nascere delle fibrillazioni?

Le fibrillazioni non possono nascere di fronte al buon senso ed alla lealtà che sono le condizioni per condividere progetti comuni. Sono certo che questi due requisiti non mancheranno. In caso contrario Azione si determinerà in modo diverso perché il fatto di condividere un percorso non significa perdere la propria autonomia e la propria identità.

Lavorerà alla lista di Azione?

Certamente. Se poi è necessario rimetterò in campo anche Vibo Unica. Negli anni con tutti gli amici con cui abbiamo condiviso il fare politica abbiamo dimostrato di essere autosufficienti sia sul piano organizzativo e sia sul piano elettorale. Per il momento sto lavorando per la lista di Azione.

Esiste un leader che rappresenta la coalizione di centro?

No. Al tavolo ogni forza si è seduta con la propria dignità e la propria leadership. Anche per questo i processi decisionali in quest’area sono più complessi; perché non decide uno per tutti. Chi afferma il contrario vuole solo creare confusione.

Risulta vero quello che si dice in città e cioè che la scelta del candidato sindaco sia già ricaduta su Vito Pitaro leader di Città Futura?
Non è vero perché non abbiamo neppure iniziato una discussione sulla scelta del candidato sindaco e su questo siamo in netto ritardo. Vi è poi da dire che ci sono alcuni passaggi che non possono essere saltati: il primo, già effettuato, è quello di convincersi in ordine all’opportunità di partire insieme sul presupposto di effettuare una proposta diversa da quelle già in campo. Da qui, ribadisco, il documento condiviso. Il secondo è quello di stabilire quale sia il progetto politico futuro e la visione di sviluppo della città che ci consente di stare uniti nei prossimi anni. Non è sufficiente partire, diventa poi necessario anche camminare uniti sulla base di obiettivi trasparenti, valori comuni ed un comune modo di intendere la politica. In questo senso si svilupperà il dibattito che ci aspetta nei prossimi giorni. Il terzo è la scelta del candidato sindaco. Solo dopo questi passaggi potremo definirci una coalizione.

Ultima domanda. Cosa accadrebbe qualora non si trovi la condivisione sul secondo punto e sul terzo?

Se si trova l’accordo sul secondo punto il terzo ne sarà la conseguenza. Altrimenti ognuno per la propria strada.

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