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Ospedale Serra, il sindaco Barillari: «Conta poco avere mezzi nuovi se poi non ci sono medici»

FOTO | Il sopralluogo del primo cittadino nel locale nosocomio: «Medici cubani? Risposta flebile». Segnalata ancora una volta la presenza di macchinari obsoleti al Pronto soccorso. Promosso un incontro con i vertici Asp e i 19 sindaci dell’Ambito socio-sanitario

Ospedale Serra, il sindaco Barillari: «Conta poco avere mezzi nuovi se poi non ci sono medici»
Il sopralluogo del sindaco Barillari

L’ospedale di Serra San Bruno, il suo potenziamento dal punto di vista del personale e delle attrezzature mediche al centro dell’intervento del sindaco Alfredo Barillari. Il primo cittadino ha analizzato le criticità che, nonostante i piccoli passi avanti, impediscono al nosocomio di dare risposte adeguate alla comunità montana che travalica il centro di Serra e coinvolge anche i paesi vicini: «Apprendiamo con rammarico che la direzione Asp abbia programmato l’utilizzo di una ambulanza non medicalizzata per l’ospedale “San Bruno”, al contrario di quanto accade per Tropea e Vibo dove le rispettive ambulanze avranno medici a bordo pronti ad intervenire nelle urgenze. Questo dimostra che conta poco avere mezzi nuovi se poi non si programma l’assunzione di medici, vero problema della sanità odierna». Il sindaco Barillari aggiunge: «Stesso discorso vale per il reparto di radiologia, dove il nuovo mammografo consegnato mesi fa all’ospedale non viene utilizzato per la mancanza di uno specialista».

«Negli ultimi giorni – rimarca – ho intensificato il confronto con i medici e il personale del “San Bruno”, recandomi nei reparti e purtroppo la mancanza di programmazione, soprattutto in vista della stagione estiva, desta diversi interrogativi». In questo contesto «l’imminente arrivo di due nuovi medici cubani è una risposta flebile a ciò che accade nel nostro ospedale. Uno dei nuovi medici sarà destinato al pronto soccorso, dove, nonostante diversi solleciti, sono presenti ancora macchinari e attrezzature obsolete, come l’aspiratore o l’apparecchio multifunzionale per la saturazione e la pressione (tenuto in piedi da garze e nastro adesivo)».Un altro medico «sarà destinato al reparto di medicina interna, dove negli scorsi anni si sono date diverse risposte programmando concorsi che non venivano svolti da decenni ma che al momento vede tre medici turnisti costretti a turni massacranti per garantire 18 posti letto, nonostante il reparto potrebbe essere un fiore all’occhiello del territorio con un potenziale di oltre 30 posti letto (Vibo conta attualmente 9 medici in servizio, con un rapporto medico paziente di quasi 1/1)».

Il primo cittadino si domanda: «Perché ricorrere a medici con prestazioni aggiuntive quando c’è una graduatoria dalla quale attingere (per la cui formazione abbiamo lottato con forza negli ultimi anni)?». Ma le problematiche non finiscono qui: «Non va meglio – evidenzia- al laboratorio analisi, dove l’unico medico in servizio aspetta da tempo rinforzi promessi a più riprese dall’Asp. Infine, nel reparto di riabilitazione, i cui servizi vengono offerti con regolarità e buone turnazioni, si aspetta da tempo l’intervento sull’accesso dedicato alle persone con disabilità, attualmente garantito da pannelli in legno», sottolinea il primo cittadino che tiene a specificare: «Come consuetudine, questo intervento è volto a sviluppare un rapporto di confronto costruttivo con la direzione sanitaria Asp, lontano da polemiche sterili e strumentali».

Asp Vibo, il generale Battistini

L’obiettivo è quello di addivenire a soluzioni in grado di apportare servizi efficienti all’ospedale serrese e al contempo garantire l’operatività dei reparti e un carico di lavoro non eccessivo per i sanitari in servizio: «Per affrontare queste problematiche e chiedere risposte celeri, ho promosso un incontro con l’attuale commissario Asp, il generale Antonio Battistini e i 19 sindaci dell’ambito socio-sanitario che si terrà il prossimo giovedì 22 febbraio. L’attuale situazione merita – chiosa il sindaco Barillari – una riflessione approfondita mirata a programmare le giuste mosse aziendali per garantire il diritto alla salute dell’intero territorio montano.

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