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Teatro di Vibo, Colelli (Pd): «La cultura non può essere asservita ai potentati di turno»

Il segretario cittadino del Partito democratico contesta la gestione della vendita dei biglietti e pone diversi interrogativi

Teatro di Vibo, Colelli (Pd): «La cultura non può essere asservita ai potentati di turno»
Francesco Colelli

L’organizzazione e la gestione della vendita dei biglietti per la prima e, nel caso specifico, “la seconda della prima”, al Teatro comunale di Vibo ha suscitato un’ondata inarrestabile di polemiche e critiche che non si desta e si implementa di nuove “accuse alla gestione” di giorno in giorno. La comunità appare quasi tutta unita dinanzi alle modalità – contestate pubblicamente – con le quali si è scelto di procedere per la gestione dei ticket. Dal fronte politico non sono addirittura mancati inviti alle istituzioni a disertare entrambi gli spettacoli e, in effetti, in riferimento alle massime cariche istituzionale del territorio, sembra che l’appello sia stato colto o, comunque, che l’idea sia stata condivisa da quasi tutte le più alte cariche istituzionali. Senza escludere, chiaramente, anche l’ipotesi della casualità. Sulla questione interviene anche il segretario cittadino del Pd, Francesco Colelli: «Il teatro è aperto, la prima è andata, ed è comunque una buona notizia per la città. Ma la cultura è democratica, la cultura non può essere asservita ai potentati di turno – ha chiosato – o agli amici degli stessi. È stato un giorno di gioia, quello dell’apertura del teatro, ma comunque un giorno per alcuni aspetti triste, in una città che si riscopre, ancora una volta, “classista”. Tanti aspetti andrebbero chiariti: che fine hanno fatto i biglietti dello spettacolo delle ore 21:00, a chi sono andati e come; tutti hanno pagato il biglietto? – prosegue Colelli – Augurandosi che sarà fatto un resoconto degli incassi; Perché sono stati dati 4500 euro all’Orchestra sinfonica della Calabria per l’organizzazione? Circa il 30% dei potenziali incassi. Chi gestirà la struttura e con quale regolamento? Queste e tante altre domande aspettano una risposta. Alcuni articoli di stampa hanno parlato della presenza di “tutte le massime cariche istituzionali”…di massime cariche, in realtà, se ne sono viste poche. A me piace vederla come un atto di solidarietà a chi, di santi in Paradiso, non ne aveva. Il Teatro è della città e in questa città “il teatro” era già attivo da 5 anni».

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