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Pantani e il legame con Mileto, a 20 anni dalla morte del “Pirata” la vicinanza dello Sporting Club ai genitori

A Mileto il grande ciclista negli anni ‘80 ha partecipato alla “Corsa del Sole”. Bulzomì: «Sostegno nella lotta intrapresa da papà Paolo e mamma Tonina per ottenere giustizia»

Pantani e il legame con Mileto, a 20 anni dalla morte del “Pirata” la vicinanza dello Sporting Club ai genitori
Marco Pantani

Sembra ieri e, invece, sono trascorsi già vent’anni dalla scomparsa del mitico Marco Pantani. Il grande ciclista romagnolo è morto il 14 febbraio del 2004 in un albergo di Rimini imbottito di cocaina, tragico epilogo di una carriera e di una vita tuttavia già “spezzata” nel 1999, quando nel corso della tappa di Madonna di Campiglio del Giro d’Italia (che si accingeva a vincere per la seconda volta consecutiva) fu sospeso per l’ematocrito alto rilevato nelle sue analisi. Da quel triste episodio il leggendario scalatore, purtroppo, non si riprenderà più. Profondamente segnato dal clamore mediatico suscitato dalla vicenda, infatti, ritornerà alle gare senza mai raggiungere i livelli di un tempo e cadendo in depressione. Dieci anni prima, nel 1989, un giovanissimo “Pirata” si era presentato a Mileto per partecipare alla “Corsa del Sole”, gara dilettantistica internazionale tra le più importanti e ambite del mezzogiorno d’Italia, meta e fucina per oltre un decennio dei più promettenti corridori dell’epoca.

In quell’edizione Pantani ha vinto addirittura due tappe della gara organizzata dallo “Sporting Club”, classificandosi alla fine secondo alle spalle dell’argentino Daniel Castro. Qualche anno dopo, nel 1996, l’ormai affermato campione è ritornato a Mileto addirittura in stampelle, in virtù dei postumi di un infortunio, per la cerimonia di presentazione della XII edizione dell’evento. A spingerlo in Calabria, la profonda amicizia che lo legava alla guida dello “Sporting” ed ex presidente regionale della Federazione ciclistica italiana, Mimmo Bulzomì. Riguardo al caso dell’ematocrito alto, nel 2016 la Procura della Repubblica di Forlì, dopo accurate indagini, ha concluso che in quella tappa di montagna del Giro d’Italia un clan camorristico, per interessi legati alle scommesse clandestine, aveva minacciato un medico per costringerlo ad alterare il test e farlo risultare fuori norma.

Marco Pantani con Mimmo Bulzomì

Tuttavia, ha dovuto richiederne l’archiviazione a causa dell’intervenuta prescrizione dei reati. Bulzomì, tra l’altro, in quel frangente è stato testimone oculare di fatti che facevano presagire quanto poi avvenuto. La sera precedente, infatti, in un ristorante del luogo aveva ascoltato le parole di una persona che anticipava quanto sarebbe successo il giorno dopo. Sull’episodio, all’epoca, l’ex presidente regionale della Fci è stato ascoltato anche dalla Procura della Repubblica di Forlì. Nel giugno del 2023 una delegazione dello Sporting Club di Mileto si è recata a Cesenatico proprio per incontrare Paolo e Tonina, genitori di Marco Pantani. Un incontro affettuoso e cordiale, teso a consegnare alla mamma del “Pirata” un attestato di riconoscimento «per aver saputo affrontare l’immenso dolore con il coraggio, la determinazione e l’amore dei grandi», con l’auspicio «che la battaglia per la verità e la dignità possa avere, finalmente, il giusto esito». Concetti ribaditi anche oggi a Il Vibonese.it da Bulzomì, il quale a nome dello Sporting e di tutti gli sportivi calabresi esprime ancora una volta «vicinanza e sostegno nella lotta che i genitori hanno intrapreso per ottenere giustizia riguardo alle cause che hanno portato alla morte fisica e sportiva del proprio figlio».

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