Igp alla ‘nduja di Spilinga, incontro a Roma con i funzionari del Ministero dell’Agricoltura
Ultimi step in vista della conclusione delle procedure per il riconoscimento del marchio. Il presidente della Camera di Commercio: «Garanzia di tutela e valorizzazione del prodotto»
Un incontro molto fruttuoso che ha tracciato gli ultimi dettagli per il riconoscimento del marchio Igp alla ‘nduja di Spilinga. Nella sede del Ministero dell’Agricoltura e della sovranità alimentare a Roma, una nutrita delegazione composta dal Consorzio ‘Nduja di Spilinga, guidata dal presidente Francesco Fiamingo, dall’amministrazione comunale di Spilinga, con in testa il sindaco Enzo Marasco, dal presidente della Camera di Commercio Catanzaro-Crotone-Vibo Valentia, Pietro Falbo e dal prof. Orazio Olivieri, docente all’Università di Roma Tor Vergata, che sta fornendo supporto tecnico in qualità di esperto di tutela e valorizzazione dei prodotti tipici italiani, ha avuto modo di sedersi attorno ad un tavolo tecnico con la dirigente dell’Ufficio per la promozione della qualità agroalimentare dello stesso Ministero, dott.ssa Roberta Cafiero, a rappresentare le priorità del territorio che identifica con Spilinga, come punto centrale di riferimento e i sette comuni limitrofi dell’areale geografico di produzione, per la conclusione dell’iter procedurale di riconoscimento del marchio I.G.P. “’Nduja di Spilinga”. «È stato un passo risolutivo» sottolinea il consorzio dei produttori. «Abbiamo avuto modo di chiarire i piccoli interrogativi richiestici dal Ministero e metterli, direttamente insieme a loro, su carta, per definire con più precisione il disciplinare presentato. Anche ai loro occhi, con documenti alla mano, il resto è sembrato già tutto definito alla perfezione. I funzionari presenti hanno dimostrato la loro grande attenzione nel fornirci un concreto supporto nel concludere al più presto l’iter procedurale, riconoscendo e sottolineando con estrema chiarezza che si tratta di un prodotto d’eccellenza contestualizzato in un preciso territorio, quello di Spilinga e del Monte Poro». Un incontro, quello romano, concordato dal dicembre scorso, quando tutti i rappresentanti delle rispettive categorie, su invito dello stesso presidente Falbo, si erano incontrati per esprimere ognuno il loro punto di vista e concordare e condividere un’azione comune per la tutela e valorizzazione competitiva del prodotto, di imprese, filiere e, soprattutto, del territorio.
Un prodotto che, ormai da anni, come ha voluto evidenziare in piena condivisione l’intera delegazione presente, proseguendo con l’intervento del presidente Falbo: «ha dimostrato con grande evidenza il suo potenziale economico e commerciale, attirando diffusa attenzione e interesse imprenditoriale anche al di fuori dello specifico distretto produttivo, con proposte che, modificando l’identificazione d’area, gli standard produttivi e, finanche, la denominazione del prodotto, oltre a privare lo stesso della sue peculiarità possono ingenerare confusione nei consumatori a cui invece si deve tutela nella chiarezza, identificazione, tracciabilità». Una precisazione, questa, sottolineata a chiare note dagli stessi funzionari del Ministero, che hanno voluto puntualizzare per voce della stessa dirigente Cafiero: «l’identità territoriale così come ben rappresentata in questa documentazione va nella prospettiva di tutelare un prodotto ben definito come “Nduja di Spilinga”, localizzata come areale di produzione nel perimetro descritto. Ciò non toglie in modo legittimo che altri territori calabresi possano tranquillamente identificare le proprie produzioni con il termine “nduja”, “nduja di Calabria”, ecc.». Parole apprezzate e condivise dai produttori presenti, che hanno manifestato proprio questo intento e questa direzione nei processi futuri, dal presidente Falbo e dal sindaco Enzo Marasco, che in chiusura ha avuto anche un incontro fugace direttamente con il Ministro Francesco Lollobrigida. In chiusura, i rappresentanti del Consorzio dei produttori presenti, hanno voluto ringraziare fiduciosi il presidente Falbo, «che si è prodigato ad organizzare l’incontro mantenendo fede a quanto proposto nell’iniziale riunione dello scorso dicembre, l’amministrazione comunale guidata dal sindaco Enzo Marasco, precipitatosi con grande determinazione in prima linea Roma a sostenere le istanze della comunità rappresentata e dei sindaci del territorio che hanno dato la loro adesione all’iniziativa, sostenendo le stesse tesi e pronti a dare il loro contributo fattivo ad ogni iniziativa».
Ad introdurre lo stato di fatto del procedimento di riconoscimento, nell’incontro romano, è stato il delegato del Consorzio dei produttori, Pasquale Pugliese, che ha dettagliatamente chiarito, per ogni singolo punto, gli interrogativi posti dai funzionari ministeriali, «affinché ogni questione pendente venga ad essere risolta nella direzione di una certificazione che risponda alle legittime attese dei produttori, alle prospettive di sviluppo del territorio, agli interessi di una intera comunità», al quale ha fatto subito seguito il presidente Pietro Falbo, con una incisiva argomentazione, rimarcando: «L’urgente esigenza di accelerare le procedure di riconoscimento del marchio innanzitutto per le positive ricadute economiche che ciò comporterà per il territorio vibonese di un prodotto identitario di un’area ben specifica – ha voluto precisare e rafforzare il rappresentante della Camera di Commercio – i suoi caratteri distintivi riferibili allo specifico perimetro territoriale, appunto quello di Spilinga e aree contigue, dove la scelta imprenditoriale condivisa di antiche tecniche di lavorazione e precise caratteristiche di qualità, così come anche il microclima, ne determinano le caratteristiche di eccellenza e unicità, quelle stesse che ne fanno un prodotto noto e apprezzato in tutto il mondo. Parliamo poi di un territorio, come quello vibonese, che spesso viene relegato in fondo alle classifiche nazionali per qualità della vita e del settore produttivo-economico, quando poi invece dimostra di avere quelle peculiarità storicamente riconosciute ed ascritte da sempre a specifiche aree che, in questo caso, riconosciute col marchio IGP alla ‘nduja di Spilinga, non solo attestano l’identità e l’eccellenza di un prodotto tipico ma, al contempo, possono dare impulso a produzioni e filiere agroalimentari, dell’accoglienza e della ristorazione, in uno, al settore turistico e a ogni altro comparto produttivo in una logica di sviluppo equo ed integrato, anche per quei territori provinciali e calabresi che ancora patiscono, per diverse ragioni, di isolamento economico e commerciale. Voglio ringraziare i dirigenti del ministero dell’Agricoltura – ha concluso il presidente dell’ente camerale – per l’attenzione e la disponibilità dimostrata. Il percorso continuerà nei prossimi giorni e si concluderà, speriamo a breve, con l’atteso riconoscimento».
LEGGI ANCHE: Gli inglesi provano a copiare la ’nduja e Spilinga la difende Gian Antonio Stella
Spilinga, quattro giorni di festa “piccante” per celebrare la ‘nduja