mercoledì,Novembre 27 2024

L’INTERVENTO | Ritardi e disparità sociale: ecco gli effetti nefasti della “Buona scuola”

Contenziosi legali infiniti, cattedre vuote, alunni disabili ancora senza sostegno, uffici nel caos, tutto per l’arrogante pretesa di poter fare a meno di un serio confronto con il mondo della scuola. Non fa eccezione Vibo Valentia dove spicca il caso dell’Istituto Alberghiero

L’INTERVENTO | Ritardi e disparità sociale: ecco gli effetti nefasti della “Buona scuola”

Anche se per un soffio non si è raggiunta la soglia minima di 500mila firme sui quattro quesiti referendari contro gli aspetti più deleteri di quella pessima riforma della scuola prevista dalla legge 107, la lotta continua. Anche perché gli effetti più nefasti della “chiamata diretta” dei dirigenti scolastici si vedranno nei prossimi anni. 

Un recente sondaggio vede l’80% degli insegnanti giudicare negativamente la riforma e l’avvio dell’anno scolastico in corso ha messo a nudo tutti gli aspetti, negativi, confusi e anticostituzionali della cosiddetta “Buona scuola”: contenziosi legali infiniti, cattedre vuote, alunni disabili ancora senza sostegno, uffici nel caos, tutto per l’arrogante pretesa di poter fare a meno di ogni serio confronto con il mondo della scuola, con i lavoratori, con gli studenti e chi li rappresenta. 

Non fa eccezione l’Ufficio scolastico provinciale di Vibo Valentia: solo dal 15 ottobre, ad attività scolastiche iniziate da un mese esatto, alcune classi hanno finalmente conosciuto i loro insegnanti di talune discipline. 

Quello in cui il nostro territorio fa eccezione, è il disservizio cronico e diffuso, con la conseguenza del diritto allo studio non garantito per tutti; perché nel caso dell’Istituto Alberghiero di Vibo di questo si tratta: fare turni pomeridiani senza trasporto pubblico per i pendolari, fare “lezione” senza cucina e altri laboratori, altro non sono che diritto allo studio non garantito. Se questa situazione si protrarrà per altri mesi ancora, i nostri diplomati avranno la preparazione e le competenze necessarie in un territorio a vocazione turistica come il nostro? E cosa diranno un domani nei colloqui di lavoro? Che la Provincia di Vibo Valentia garantisce il diritto allo studio solo se non fa troppo freddo e solo alle élite dei licei? 

VIDEO | Alberghiero, la protesta approda in Prefettura

A livello comunale, nel capoluogo, la musica non cambia. Il servizio di ristorazione è garantito solo nelle scuole dell’Infanzia e l’interessante progetto didattico del tempo pieno (40 ore settimanali in cinque giorni, in passato tagliato al Sud e molto diffuso al Nord, dove ora i simpatici ultrà renziani ci dicono che ci sono più cattedre) lanciato dalla scuola Primaria più centrale della città, è partito azzoppato perché il servizio mensa è garantito solo dal 17 Ottobre; alle scuole Medie insegniamo Educazione Alimentare e poi nei giorni di tempo prolungato mangiamo pizzette e panini. 

Sarebbe ingeneroso puntare il dito esclusivamente verso questa amministrazione, i problemi atavici e finanziari delle istituzioni di questo territorio sono una zavorra pesantissima. Così come non può essere colpa solo dell’amministrazione Costa se le scuole e gli altri edifici pubblici della città non rispettano le norme sulla sicurezza: secondo quanto prevede la legge 100/2012, tutti i comuni italiani devono avere un proprio piano di Protezione civile, un documento indispensabile per la prevenzione dei rischi e per le operazioni di emergenza. Uno strumento utile ai cittadini per sapere come comportarsi e alle istituzioni per organizzare i soccorsi in caso di calamità naturali come terremoti e alluvioni. 

A questo proposito registriamo con favore che in un recente Consiglio, tenuto pochi giorni dopo la scossa del 23 Settembre, che tanto ha colpito l’opinione pubblica e mobilitato associazioni quali Compresi gli Ultimi, sia stato approvato l’Ordine del Giorno presentato da Antonio Lo Schiavo, avente ad oggetto l’adeguamento e l’aggiornamento del Piano di Protezione civile entro 90 giorni. Al di là dei cavilli regolamentari, la domanda politica è perché solo un gruppo della maggioranza abbia votato a favore di un Ordine del giorno che chiedeva solo di rientrare la legalità, dandosi delle scadenze da rispettare.

*Insegnante, Coordinatore cittadino di Sinistra italiana

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