Aggressione alla Guardia medica di Cessaniti: i carabinieri procedono per diversi reati
I militari dell’Arma hanno denunciato il 60enne alla Procura di Vibo. Ecco i suoi precedenti mentre reazioni arrivano dal mondo politico, sanitario e sindacale che si stringe attorno alla dottoressa invocando maggiori tutele verso una professione a rischio
Si procede per i reati di lesioni aggravate, violenza e minacce nei confronti del 60enne di Pannaconi (frazione di Cessaniti) che domenica sera all’interno della propria abitazione ha aggredito una dottoressa della Guardia medica. A.P. (queste le sue iniziali) è stato denunciato a piede libero dai carabinieri alla Procura di Vibo Valentia che sta coordinando le indagini. Di certo l’aggressore è un volto noto ai militari dell’Arma. Era stato infatti arrestato nel febbraio del 2019 dopo un’indagine condotta dai carabinieri del Nucleo Operativo e Radiomobile della Compagnia di Vibo Valentia per una serie di furti consumati tra Ionadi e San Costantino Calabro. Il 60enne era stato inoltre già detenuto dal 2009 al 2013 per i reati di violenza e lesioni. Precedenti specifici, dunque, per il 60enne protagonista domenica sera del nuovo episodio di violenza con l’aggressione alla dottoressa della Guardia medica che si era recata nella sua abitazione dopo una telefonata in cui la moglie dell’uomo paventava un probabile infarto. Nulla di tutto questo, invece, con il 60enne che dopo una prima visita avrebbe afferrato la dottoressa per un braccio per spingerla in un’altra stanza, le avrebbe poi messo una mano sul viso per tapparle la bocca e solo la pronta reazione della donna – che si è difesa con schiaffi e calci – ha evitato il peggio, ricorrendo poi alle cure del Pronto soccorso dell’ospedale di Vibo Valentia dove le sono state riscontrate ferite guaribili in sette giorni. Sull’episodio, dopo la condanna da parte del presidente dell’Ordine dei medici, Antonino Maglia, si registra la ferma presa di posizione anche da parte del commissario dell’Asp Antonio Battistini il quale parla di “episodio maturato in un contesto di degrado sociale preoccupante, con un’aggressione atipica che ha colpito questa volta una dottoressa, aggravando tutte le criticità già emerse attorno al problema delle Guardie mediche nel Vibonese. Abbiamo chiesto in via d’urgenza la convocazione della Conferenza dei sindaci e il Comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica”. Solidarietà alla dottoressa e condanna per l’aggressione arriva anche dalla segretaria generale del sindacato Fp Cgil Calabria, Alessandra Baldari, la quale si dichiara indignata per quanto accaduto augurandosi “che gli investigatori facciano presto chiarezza. Esprimiamo non solo la vicinanza alla giovane dottoressa, ma anche tutta la nostra indignazione e preoccupazione per un gesto vile e inquietante su cui attendiamo che gli inquirenti facciano velocemente chiarezza. Tuttavia riteniamo che non sia più possibile che il personale sanitario della nostra regione sia esposto ad aggressioni ripetute sia nei luoghi in cui si eroga direttamente assistenza, ma anche sulle ambulanze, presso i domicili, ai Cup o ovunque. E’ del tutto anomalo e inaccettabile che chi lavora debba provvedere a munirsi di scorta familiare per affrontare un pericolo ipotetico da mettere in conto nell’espletamento di funzioni di cura e assistenza a pazienti che dovrebbero, invece, accogliere l’intervento dei professionisti sanitari come atto salvifico del proprio benessere e della propria salute”. Per il direttore sanitario dell’Asp, Luigi Madia, medici e infermieri meritano invece sempre rispetto e occorre “assicurare la loro operatività in condizioni di sicurezza per poter operare al meglio in favore degli ammalati. Il mio auspicio – ha dichiarato – è che venga fuori la grande civiltà dei calabresi e prevalga il senso di rispetto verso la persona umana quale valore da tenere sempre come punto di riferimento”. La dottoressa aggredita ha infine ricevuto ieri anche una telefonata dal presidente della giunta della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, il quale le ha espresso la sua vicinanza. “Occorre attivare ogni misura necessaria per tutelare gli operatori sanitari della nostra regione – ha affermato Occhiuto – richiedendo massima celerità nell’accertamento dei fatti al fine di punire i responsabili. La gravità del gesto e il ricorso alla violenza nei confronti di una donna ci inducono non solo ad esprimere vicinanza alla vittima ma ci impongono l’urgenza di intervenire”.
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