mercoledì,Novembre 27 2024

Tentato omicidio di un poliziotto a Vibo, condannato Luigi Mancuso

Al giovane di San Gregorio d'Ippona - figlio del boss Peppe Mancuso di Limbadi - contestati anche i reati di resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza

Tentato omicidio di un poliziotto a Vibo, condannato Luigi Mancuso
Luigi Mancuso

Sette anni e tre mesi di reclusione. Questa la condanna inflitta dal Tribunale collegiale di Vibo Valentia (Macrì presidente, a latere i giudici Maiorana e Bertola) nei confronti di Luigi Mancuso, 32 anni, di San Gregorio d’Ippona, figlio del boss della ‘ndrangheta di Limbadi Giuseppe Mancuso (cl ’49), alias “Peppe ‘Mbrogghja”. Il pm della Procura di Vibo Valentia, Maria Cecilia Rebecchi, aveva chiesto la condanna a 9 anni di reclusione. Tentato omicidio ai danni di un poliziotto, resistenza a pubblico ufficiale e guida in stato di ebbrezza i reati per i quali Luigi Mancuso è stato condannato. Assolto invece dall’accusa di guida senza patente. Era difeso dagli avvocati Guido Contestabile e Francesco Schimio che nel novembre scorso erano riusciti ad ottenere per il loro assistito gli arresti domiciliari al posto del carcere. Secondo l’accusa Luigi Mancuso nel corso di un posto di blocco avrebbe afferrato per un braccio un poliziotto trascinandolo per diversi metri sino a farlo sbattere con la testa contro il muretto di un bar nei pressi di piazza San Leoluca a Vibo.  Il poliziotto, soccorso dai colleghi che hanno poi prontamente arrestato Luigi Mancuso, aveva riportato la frattura di due vertebre e un trauma cranico.  Luigi Mancuso – nato da una seconda relazione del boss Giuseppe Mancuso con una donna di San Gregorio d’Ippona – non è nuovo a simili episodi di violenza.  Ha scontato infatti negli scorsi anni una condanna a 5 anni di reclusione per il tentato omicidio a San Gregorio d’Ippona di un romeno preso a colpi di mattone in testa e ridotto in fin di vita nel corso di una lite.  Nel novembre del 2017 era invece rimasto coinvolto in una sparatoria per le vie di San Gregorio d’Ippona quando diverse auto sono rimaste attinte da colpi d’arma da fuoco esplosi proprio da Luigi Mancuso.

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