sabato,Novembre 23 2024

Briatico, recuperata una poiana ferita da colpi di fucile

L’esemplare, dopo la segnalazione di un cittadino, è stato soccorso prima dai carabinieri forestali e poi consegnato al Wwf di Vibo

Briatico, recuperata una poiana ferita da colpi di fucile
La poiana ferita

A distanza di dieci giorni dal recupero di una poiana vittima di una collisione contro un’auto, effettuato a Rosarno ad opera del reparto Carabinieri “Cacciatori di Calabria”, un altro esemplare della stessa specie è stato trovato in condizioni critiche nel Vibonese. In questo caso però la responsabilità del ferimento, come rimarcato dal Wwf di Vibo, è da attribuirsi ad un vile atto di bracconaggio ai danni di una specie che la legge annovera tra quelle particolarmente protette, in quanto appartenente alla categoria dei rapaci diurni. Ad accorgersi del povero volatile nelle campagne di Briatico, un cittadino del luogo, Antonio Petrarca, che ha subito allertato i Carabinieri Forestali di Vibo. I militari, dopo aver recuperato il rapace ferito, lo hanno consegnato al naturalista del Wwf Pino Paolillo. Al momento della consegna è stata accertata la presenza di una ferita da arma da fuoco sull’ala destra della poiana e una ferita all’occhio destro. «Purtroppo – ha dichiarato – ancora oggi siamo costretti a registrare episodi di autentico vandalismo ai danni di specie animali che, invece di essere rispettati per come prevede la legge (la sanzione in casi del genere è di tipo penale), vengono impunemente prese a fucilate. Da parte sua il Wwf è sempre impegnato nel campo della tutela della fauna selvatica, come confermato – ricorda Paolillo – dal centinaio di animali di ogni specie rinvenuti feriti o in difficoltà e poi recuperati e accuditi dal sodalizio di Vibo nell’anno da poco trascorso, e il recente recupero di un esemplare di Airone guardabuoi trovato all’interno della Riserva regionale “Foce del Mesima” nei giorni scorsi e consegnato alla direttrice dell’area protetta, la biologa Jasmine De Marco. Tutti gli animali recuperati -chiosa il naturalista- sono stati celermente trasferiti nei centri di recupero per la fauna selvatica (Cras) regionali di Catanzaro e Cosenza».

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