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Frode fiscale e processo al deputato Tucci (M5S): esame a Vibo per maresciallo della Gdf

Si tratta del principale teste della Procura che ha relazionato al Tribunale sulle risultanze investigative alla base della notizia di reato

Frode fiscale e processo al deputato Tucci (M5S): esame a Vibo per maresciallo della Gdf
Il Tribunale di Vibo e nel riquadro Riccardo Tucci

E’ stata la volta del maresciallo della Guardia di Finanza, Andrea Anzalone, nel processo che vede imputato per frode fiscale anche il deputato del Movimento Cinque Stelle, Riccardo Tucci. Dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Giulia Conti, il teste della pubblica accusa ha ripercorso in aula genesi e sviluppi della comunicazione della notizia di reato (Cnr) alla base dell’impalcatura accusatoria del procedimento penale che vede imputati anche: Adriano Tucci, 38 anni, di Ionadi, cugino del deputato vibonese, Vincenzo Schiavello, 49 anni, di Vibo Valentia, ex socio di Tucci e Domenico Garcea, 37 anni, di Ionadi (amministratore unico dal 30 giugno 2016 in sostituzione di Luigino Schiavello). Rispondendo in aula alle domande della pubblica accusa (pm Palma Mazzeo), il teste ha illustrato al Tribunale le risultanze investigative su alcune dichiarazioni ritenute fraudolente e altri documenti per operazioni inesistenti che sarebbero stati utilizzati per evadere le imposte aumentando i costi per una cooperativa. In particolare, Riccardo Tucci nella sua qualità di legale rappresentante della cooperativa “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, al fine di evadere le imposte aumentando i costi da portare in deduzione del reddito e in detrazione dell’imposta sul valore aggiunto, dopo aver fatto annotare nella contabilità della società una fattura del 10 marzo 2015 emessa dalla Autolettrosat srl – secondo il teste della pubblica accusa relativa ad operazioni inesistenti – l’avrebbe utilizzata nelle dichiarazioni delle imposte dirette e dell’Iva dell’anno 2015 evadendo in tal modo le imposte per un ammontare pari a 9mila euro. Un reato che porta quale luogo di commissione Vibo Valentia in data 19 settembre 2016. Il teste ha anche riferito in relazione al secondo capo di imputazione relativo a fatti che vanno dal 31 ottobre 2014 al 28 febbraio 2018 quando Riccardo Tucci in qualità di legale rappresentante della “Assistenza Servizi telematici satellitari” sino al 19 marzo 2018, al fine di consentire l’evasione delle imposte sui redditi e sull’Iva alla Autolettrosat srl”, avrebbeemesso una serie di fatture che gli inquirenti ritengono ad operazioni inesistenti per un ammontare così diviso: anno 2014 euro 18. 300,00, anno 2015 euro 222. 400, anno 2016 euro 204. 600,00 euro, anno 2017 euro 219.  600,00, anno 2018 euro 36. 600,00.   
Il teste si è quindi soffermato anche sulla posizione di Adriano Tucci, 38 anni, di Ionadi, cugino del deputato Riccardo Tucci. In questo caso i reati sarebbero stati commessi dal 30 marzo 2018 al 28 febbraio 2019. Adriano Tucci avrebbe ereditato la cooperativa una volta che il cugino Riccardo è volato in Parlamento. 
L’indagine è partita da una verifica sugli adempimenti tributari della Autoelettrostat. La Guardia di finanza si è così trovata dinanzi ad una Autoelettrostat srl di Vincenzo Schiavello operativa, ad una Autoelettrostat dello stesso Vincenzo Schiavello cessata e ad una cooperativa Autoelettrostat di cui Riccardo Tucci era socio (all’epoca degli accertamenti in liquidazione), e un’ultima cooperativa sociale, costituita proprio da Riccardo Tucci che ne è stato amministratore unico dalla fondazione al dicembre 2018 e poi passata al cugino Adriano Tucci. Per gli inquirenti ci si trova dinanzi alla stessa realtà imprenditoriale costituita da quattro diversi soggetti economici, facenti capo a Vincenzo Schiavello, al fine di ottenere negli ultimi dieci anni un risparmio di spesa di imposta per oltre un milione di euro, con conseguente evasione delle tasse.  Le cooperative avrebbero fatturato prestazioni per servizi inesistenti, mentre la Srl – l’unica che avrebbe operato realmente – avrebbe emesso fatture per l’utilizzo di locali e attrezzature “fonte di costi non dovuti per le società cooperative e di crediti fittizi inesistenti” ma utili per compensare i debiti di imposta. 
Il controesame del maresciallo Anzalone è stato condotto in aula dagli avvocati Michelangelo Miceli, Vincenzo Trungadi, Domenico Servello e Salvatore Pronestì. Il processo riprenderà il 13 febbraio prossimo per escutere in aula i testi delle difese.

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