Minacce a Marisa Manzini, solidarietà da associazioni antimafia
Dura presa di posizione dei presidenti dell’associazione ConDivisa, Lia Staropoli, e AmmazzateciTutti, Aldo Pecora: «Nessuno può permettersi di delegittimare o intimidire magistrati e forze dell’ordine». Vicinanza anche da Salvatore Magarò di “Più di Cento”
«Esprimiamo la nostra vicinanza e il nostro sostegno al pubblico ministero Marisa Manzini e ai Carabinieri, che durante l’ultima udienza del processo “Black money” hanno subito gravi attacchi da parte del boss Pantaleone Mancuso, che non ha esitato di intimare a voce alta al pm di “stare zitta”».
Lo dichiarano in una nota Lia Staropoli, presidente dell’associazione “ConDivisa” e Aldo Pecora presidente del movimento antimafia “AmmazzateciTutti”, facendo riferimento alle parole espresse da Pantaleone Mancuso, capo dell’omonima ‘ndrina di Limbadi in aula, nel corso della recente udienza del procedimento scaturito dall’Operazione “Black money”, il quale ha accusato il pm Manzini e i carabinieri di essere la causa del suicidio della moglie Tita Buccafusca.
Minacce in aula a Marisa Manzini, la Dda richiede i verbali dell’udienza
«Nella nostra regione – sottolinea concludendo la nota personalmente Lia Staropoli -, ed in particolare in questo territorio di Limbadi in cui anche io risiedo, i cittadini onesti possono contare sugli uomini e sulle donne delle forze dell’ordine e su magistrati come la dottoressa Manzini. Non consentiremo a nessuno di tentare di intimidirli o delegittimarli, dentro e fuori le aule dei Tribunali».
Solidarietà è stata espressa anche da Salvatore Magarò, presidente dell’associazione “Più di Cento – Tana per la legalità”: «Manifesto la mia solidarietà personale e quella dell’Associazione che rappresento, alla dottoressa Marisa Manzini, oggetto di minacce gravi ed inaccettabili pronunciate da un esponente della criminalità organizzata durante l’udienza di un processo in corso a Vibo Valentia. Un mese fa, il 14 settembre scorso, abbiamo consegnato al magistrato il Pacchero d’Argento per la sua attività contro la ‘ndrangheta ed il malaffare. Sono convinto che questa deprecabile aggressione verbale non ne fiaccherà l’impegno quotidiano per l’affermazione della giustizia e della legalità»