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Mileto, “Eppur si muove”: «Dal sindaco uso improprio del termine legalità»

Il movimento politico si esprime sull’arrivo della commissione di accesso agli atti in Comune: «Guardiamo con fiducia e senza pregiudizi al suo operato»

Mileto, “Eppur si muove”: «Dal sindaco uso improprio del termine legalità»
Comune di Mileto

Il gruppo civico “Eppur si muove”, dopo la presentazione ufficiale dello scorso 2 dicembre, esce allo scoperto e dice la sua sull’insediamento della Commissione di accesso agli atti, inviata un mese fa dalla Prefettura di Vibo Valentia nel Comune di Mileto per accertare eventuali infiltrazioni mafiose. In particolare si prende spunto dalle comunicazioni rese in questo contesto dal sindaco Salvatore Fortunato Giordano nel corso del consiglio comunale dello scorso 19 dicembre 2023. Concetti di legalità e trasparenza nell’ambito dell’amministrazione dell’ente, riguardo a cui Michele Rombolà, Gianfranco Mesiano, Giulio Caserta, Cristian Vardaro e gli altri esponenti del gruppo ritengono opportuno fare le dovute precisazioni, «al fine di evitare il rischio che vengano veicolate all’opinione pubblica miletese delle informazioni fuorvianti ed avulse dalla realtà. Orbene, la commissione di accesso agli atti, alla cui attività in itinere va guardato con istituzionale rispetto ed il massimo della fiducia – sottolineano – non ha il compito di accertare l’eventuale legalità degli atti compiuti dagli organi politici comunali o dall’apparato amministrativo comunale poiché il controllo di legalità ovvero di liceità o di legittimità degli atti spetta, per il noto principio della separazione dei poteri, all’autorità giudiziaria e non a quella amministrativa, il cui compito, nel caso di specie, è di verificare se i pubblici Uffici in senso lato abbiano assicurato il buon andamento e l’imparzialità dell’amministrazione». Fatta tale premessa, il gruppo ci tiene a rimarcare che l’uso improprio del termine legalità rischia, nell’ipotesi di scioglimento del consiglio comunale, «di ritorcersi contro chi lo ha utilizzato facendo intendere implicitamente che l’amministrazione abbia adottato atti illegali ed invece non è questo l’accertamento cui mira, per disposizione normativa, la commissione di accesso agli atti nominata dal prefetto.

Salvatore Fortunato Giordano

Pertanto – prosegue il movimento politico – se il sindaco e la maggioranza consiliare ritengono che l’ente comunale, nel suo complesso, abbia assicurato il buon andamento e l’imparzialità nel settore degli appalti pubblici, nella conduzione delle forniture e dei servizi essenziali, negli affidamenti diretti, nelle procedure di evidenza pubblica, nell’affidamento degli incarichi professionali, nella gestione dei concorsi pubblici, nell’erogazione di contributi alle associazioni locali senza alcuna ingerenza “familistica” o “clientelare” negli stessi, non hanno nulla da temere dall’azione della commissione prefettizia». Per “Eppur si muove”, inoltre, pare poco rispettoso delle prerogative e delle competenze del prefetto ricondurre la nomina della commissione «solamente alla pubblicazione su Facebook, attraverso profili asseritamente falsi, di articoli anonimi, lettere anonime o fake news come se la Prefettura non potesse invece avvalersi di fonti privilegiate provenienti da organi istituzionali». Da qui l’auspicio vivo e sincero che l’esito dell’attività della commissione «si concluda fugando qualsiasi sospetto o dubbio sulla correttezza dell’azione dell’amministrazione comunale», fermo restando che nell’ipotesi contraria è evidente «che il sindaco dovrà assumersi la responsabilità politica ed amministrativa di quanto accaduto rifuggendo dal tipico atteggiamento italiano di addossare le responsabilità sempre ad altri». Il gruppo conclude la sua disamina augurandosi che siano i cittadini miletesi, alla scadenza di questa consiliatura, «a decidere liberamente da chi essere amministrati in una sana competizione democratica», e sottolineando l’opportunità di guardare «con fiducia e senza pregiudizi all’operato della commissione, accettandone in ogni caso le conclusioni con la massima serenità ed il dovuto rispetto istituzionale».

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