Peste suina africana, l’Asp di Vibo si attiva con le misure preventive
Ecco cosa prevede l'iniziativa messa in atto dall'Azienda sanitaria per arginare l'eventuale diffusione delle malattia che colpisce suini e cinghiali selvatici
Stante la possibilità del verificarsi di problematiche di carattere igienico-sanitario, non ultima un possibile allargamento dell’epidemia di Peste suina africana, attualmente circoscritta nel territorio della provincia di Reggio Calabria, l’Azienda sanitaria di Vibo Valentia, territorialmente contigua alla zona interessata, avverte la necessità di attivarsi preventivamente, in via puramente cautelativa, individuando ditte specializzate cui affidare, ove se ne dovesse presentare l’occorrenza, il servizio di disinfezione, sanificazione e disinfestazione di luoghi, insistenti nel territorio dell’Asp di Vibo Valentia, interessati da problematiche igienico sanitarie, incluse bonifiche di siti e aziende risultati infetti da Peste Suina Africana. Poiché si tratta di un servizio allo stato sottoposto all’incertezza del verificarsi dell’evento giustificativo, lo scopo della manifestazione indetta dall’Asp è quello di individuare operatori idonei ad erogarlo. Il servizio dovrà includere tutte le possibili attività finalizzate alla bonifica di luoghi interessati da problematiche igienico-sanitarie anche a carattere epidemico (es. Brucellosi, Peste Suina Africana etc.) nel rispetto della normativa ministeriale e del commissario nazionale della Peste Suina Africana e secondo le procedure adottate dal competente Servizio Veterinario, Autorità Competente locale.
L’ iniziativa messa in campo dall’Asp di Vibo per arginare l’eventuale diffusione della malattia che colpisce suini e cinghiali selvatici, è da ritenersi preventiva. Nel Vibonese, infatti, ad oggi, non risultano casi di peste suina africana, l’ultimo accertato nella regione ricade sempre nel territorio reggino dove persistono delle misure restrittive per il controllo del morbo. Nei mesi scorsi, il presidente della Regione Calabria, Roberto Occhiuto, nella sua qualità di commissario della sanità calabrese, ha istituito la “zona infetta” in circa 30 comuni della provincia di Reggio Calabria per contenere la diffusione della Peste suina dopo il ritrovamento di alcune carcasse di cinghiali risultate “malate”. La situazione non è migliorata nelle settimane a venire, fino ad oggi. L’emergenza, infatti, persiste e, considerata la vicinanza territoriale tra le province di Vibo Valentia e Reggio Calabria, per prevenire la diffusione del virus e i possibili effetti nefasti causati dal morbo, l’Azienda sanitaria di Vibo procede in maniera preventiva.
Nelle scorse settimane, inoltre, sono stati sequestrati dai carabinieri del Nas di Reggio Calabria due tonnellate di salumi e 400 chilogrammi di carne, nel contesto dei servizi per arginare la diffusione della Peste suina africana. Nello specifico, durante un’ispezione – condotta insieme agli addetti del Servizio veterinario dell’Asp reggina – al salumificio di un’azienda specializzata in lavorazione e commercializzazione di carni, nelle celle di stagionatura i militari hanno trovato oltre due tonnellate di salame, capocollo e pancetta totalmente privi di documenti sulla provenienza della carne suina. Un evidente rischio per la salute dei consumatori, specie in relazione alla patologia che sta dilagando provocando la decimazione di tanti allevamenti suinicoli. Inoltre, in una macelleria, i carabinieri hanno poi rinvenuto altri 150 chili di carne suina e di vitello senza informazioni relative alla tracciabilità. I salumi e la carne, per un controvalore di circa centomila euro, sono stati immediatamente distrutti da una ditta specializzata.
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