Cimitero di Bivona, Libera ricorda i migranti morti durante la traversata del Mediterraneo
Il momento di riflessione promosso anche quest'anno dal coordinamento provinciale recita l'importante slogan: "Contro l'indifferenza, il nostro impegno"
All’interno del cimitero di Bivona è in corso un momento di ritrovo in ricordo dei migranti morti durante la traversata nel Mediterraneo e lì seppelliti. “Nella frenesia dei nostri giorni e delle festività, vogliamo poterci fermare un attimo per comprendere il senso di cose che troppo spesso diamo per scontato e attribuire loro il reale valore che esse racchiudono: il diritto al nome, ad una storia, il diritto ai sogni e soprattutto alla vita. Vogliamo poter chiudere gli occhi e immaginarci per un istante, come nati dalla parte sbagliata del mare e nella continua lotta a difesa di una vita migliore”, ha dichiarato il coordinamento provinciale di Libera Vibo Valentia che da diversi anni promuove l’iniziativa. “I corpi di uomini e donne che, come tanti altri, si sono messi in viaggio con la speranza di costruirsi un futuro diverso e dignitoso ma che purtroppo, hanno perso la vita tra le onde, – prosegue l’associazione – ora giacciono in freddi loculi senza né foto né nome, senza neppure un piccolo vaso dove poter porgere un fiore o qualcuno che sussurri una preghiera. Lì sono sepolte le giovani speranze di chi dopo aver conosciuto la violenza e l’orrore della guerra, le brutture della povertà e della degenza, si avvicinava alle grandi e -ai loro occhi- salvifiche, porte dell’Europa rivendicando soltanto un tempo di pace, di diritti e di uguaglianza, un tempo in cui poter vivere senza paura, in cui poter essere finalmente protagoniste e protagonisti dei loro destini. L’anno che abbiamo trascorso è stato segnato da diverse tragedie; le guerre e le migrazioni ci hanno mostrato la fragilità di un’umanità che fatica a riconoscersi uguale, le fatiche, gli ostacoli e le paure di chi si mette in cammino con il sogno di una vita nuova, lontana da distruzione e morte”.
E ancora, Libera Vibo: “I morti di Cutro sono venuti a bussare alle nostre coscienze, quelle di un Occidente sordo e cinico che si volta dall’altra parte. Il tema delle migrazioni divide il Paese quando invece, dovrebbe trovarci tutte e tutti dalla stessa parte, quella di chi è pronto ad accogliere, di chi riflette con il desiderio di guardare lontano, di chi vive dell’amore riscoperto e ritrovato in una nuova umanità. Quello che abbiamo perso e che dovremmo riscoprire è il sentimento dell’empatia: guardare gli altri e riconoscere in loro noi stessi. Vogliamo iniziare il nuovo anno con la promessa di una solidarietà che si faccia concreto atto d’amore verso gli ultimi e derelitti, carichi di un’indignazione per ogni potere violento ed escludente che possa farsi impegno e responsabilità, bramosi di verità e attenti ricercatori oltre gli schemi e le categorie che ci vengono propinate, dubbiosi ed eretici. Solo così possiamo farci promotori e difensori di un vento che possa stravolgere l’indifferenza, che possa gettare giù i muri dell’intolleranza, che possa fermare l’eresia di chi di fronte a uomini e donne che sfuggono da fame, guerre e disperazione, parla di difesa dei confini e di “carico residuale”, un vento che possa trasportare le singole parole della nostra preghiera laica per una società a portata d’uomo qualsiasi sia il suo colore della pelle, il suo orientamento sessuale, politico o religioso, la sua etnia o il suo paese di appartenenza, oltre i confini del tempo, dello spazio e del silenzio. Vogliamo iniziare il nuovo anno chiedendoci che società siamo e che società vogliamo essere per trovare risposte alle nostre domande e senso al nostro impegno”, ha concluso l’associazione.
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