Fondi tolti al Vibonese: la “rottura” tra Occhiuto e Mangialavori dietro l’Accordo di programma cambiato?
La Regione Calabria individua nuove «esigenze» e include altri sette centri in Calabria quando il precedente accordo prevedeva finanziamenti – 36 milioni di euro – per i soli comuni della provincia di Vibo
La convention risale a otto mesi fa al 501 hotel: la presentazione di un Accordo che avrebbe portato nel Vibonese 36 milioni di euro grazie a un emendamento in manovra di bilancio. «Oggi è una bella giornata per Vibo Valentia», aveva sottolineato il deputato di Forza Italia Giuseppe Mangialavori davanti a una platea gremita di amministratori locali: finanziamenti per tutti i 50 comuni della provincia. Seguiva un lungo elenco: da Acquaro a Zungri. Appena qualche mese dopo, però, i buoni propositi riservati alla (sola) provincia di Vibo Valentia sarebbero evaporati. Il cambio di strategia emerge da un decreto dirigenziale pubblicato il 3 gennaio scorso sul Bollettino ufficiale della Regione Calabria. L’atto riepiloga gli step dell’assegnazione dei fondi: il percorso si impunta il 7 giugno 2023, quando una delibera di giunta regionale, «anche in ragione del sopravvenuto quadro esigenziale, rispetto all’elenco individuato dalla Provincia di Vibo, ha individuato ulteriori Comuni quali: Stalettì, San Giovanni in Fiore, Gagliato, Laureana di Borrello, Locri, Rosarno e Cirò Marina». Cambiano, dunque, Accordo di programma e schema di convenzione con una quota dei 36 milioni che si sposta in altre province, da Catanzaro a Crotone sino a Reggio Calabria. La determina non chiarisce quali siano le cifre in gioco (dovrebbero aggirarsi sui 6 milioni di euro), ma basta per scatenare le prime reazioni politiche perché è evidente che l’asse politico tra Roberto Occhiuto e Giuseppe Mangialavori (al di là della non ammissione da parte dei due o delle richieste del Ministero di coinvolgere anche territori diversi dalla sola provincia di Vibo) negli ultimi tempi si è a dir poco incrinato. Ha inciso tutto ciò nella rimodulazione dell’Accordo di Programma infrastrutturale o ci sono ragioni prettamente tecniche imposte dal Ministero? Vero è che insieme agli amministratori locali, a farne le spese potrebbero essere tutti quei cittadini del Vibonese che da tempo aspettano risorse finanziarie per vedere sistemate strade “colabrodo” e opere pubbliche che attendono da decenni di vedere la luce.
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