Sanità in crisi, le associazioni davanti all’ospedale di Vibo: «La comunità attende risposte»
La manifestazione promossa da Vibo Città attiva in collaborazione con diversi sodalizi del comprensorio «per reclamare il diritto ad una sanità pubblica degna di un paese civile»
Le festività in corso non hanno rappresentato uno stop alle attività di Vibo Città attiva. Il sodalizio, come ogni mese, si è ritrovato nel piazzale antistante l’ospedale Jazzolino per richiedere ancora una volta le attenzioni della politica e delle istituzioni rispetto ai temi legati alla sanità. Un sistema sanitario svuotato da anni di gestioni mirate più ai tagli che agli interessi dei territori e dei cittadini che li abitano. Così il gruppo guidato dai legali Francesca Guzzo e Daniela Primerano (portavoce Vincenzo Neri) ha chiamato a raccolta le associazioni del comprensorio, ricevendo l’adesione del comitato “Diritto alla salute Vibo Marina e frazioni costiere”, la Pro loco Vibo Marina, ViboResistenti, Calabria sociale Tropea, Comitato civico Costa degli dei, Comitato San Bruno, Antigianfamiglia Pizzo. Presenze che hanno attestato il desidero di unirsi «per reclamare il diritto ad una sanità pubblica degna di un paese civile», come evidenziato dai promotori i quali hanno rimarcato come «la dignità e la consapevolezza impongono di continuare sulla strada che abbiamo intrapreso dieci mesi fa, finché non ci verrà riconosciuto ciò che ci spetta». A entrare nel vivo del dibattito ci ha pensato il presidente della Pro loco di Vibo Marina, Enzo De Maria: «La sanità pubblica manca di organizzazione e programmazione» d la diagnostica «viene sempre più affidata al settore privato». La battaglia non è però contro le cliniche o le strutture private: «Se danno un contributo significativo, ben vengano. Tuttavia – hanno spiegato i manifestanti – devono andare di pari passo con il sistema pubblico». Sul senso del sit-in, De Maria non lascia spazio a interpretazioni: «Noi cerchiamo di dare voce ai cittadini ma è ovvio che i compiti spettano alla politica e alle istituzioni. Pertanto è necessario un colloquio diretto e continuo con le figure che le rappresentano».
Il nuovo ospedale di Vibo
Marcella Murabito, del gruppo ViboResistenti ha invece posto l’accento sui tagli alle risorse sanitarie andati avanti per decenni, nonché suoi pochi effetti dei lunghi anni di commissariamento della sanità: «Non c’è stato nessun miglioramento. Anzi, tutto è peggiorato. Perché ancora non vengono restituite le funzioni alla politica?». Parlando del nuovo ospedale, ha poi voluto precisare: «Il presidente della Regione nonché commissario ad acta Roberto Occhiuto, sostiene che il nuovo nosocomio verrà completato entro la fine del suo mandato. Ebbene, non ci bastano le dichiarazioni. Ci spieghi nei numeri e nei fatti il cronoprogramma e i soldi sinora spesi». La manifestazione, come più volte scandito dai partecipanti, non ha voluto rappresentare un attacco a nessuno, men che meno ai sanitari che lavorano all’ospedale Jazzolino e negli altri ospedali del Vibonese. Operatori che lavorano tra mille difficoltà, cercando di tamponare le emergenze che continuano a verificarsi.
La fuga dei giovani e l’autonomia differenziata
Giuseppe Borello, referente di Libera Calabria, ha voluto dal canto suo rimarcare il fatto che «anche a Vibo deve essere garantito il diritto alla Salute, divenuto negli ultimi tempi un bene commercializzabile. Un diritto – ha sottolineato – che deve essere garantito dallo Stato perché se questo non avviene subentrano le mafie che dimostrano sempre grande capacità di infiltrarsi ovunque». L’autonomia differenziata, a giudizio dell’esponente di Libera, potrebbe rappresentare il colpo di grazia: «Tradisce i principi di sussidiarietà tra le Regioni, è la secessione dei ricchi. Va tenuto ben presente che ancora oggi i nostri giovani abbandonano la Calabria in cerca di possibilità. Un terzo di chi resta né studia né lavora». Dal sit-in, vista la scarsa partecipazione che continua a registrarsi dal punto di vista dei semplici cittadini, è emersa infine l’esigenza di intraprendere azioni più coinvolgenti, con una sensibilizzazione più radicale in modo da avviare una interlocuzione ancora più forte con le istituzioni. Il prossimo appuntamento è per fine gennaio: «Noi non molliamo – hanno assicurato i promotori della manifestazione – e continueremo la nostra battaglia finchè non avremo delle risposte esaustive».
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