“Costa Pulita”: la figura di Staropoli a Briatico e l’omicidio fermato per evitare testimoni
Prosegue la requisitoria del pm Annamaria Frustaci nel processo ai clan della costa vibonese coinvolti nell’operazione antimafia risalente all’aprile 2016. Il ruolo del titolare di un’agenzia immobiliare che sarebbe stato vicino anche ai Mancuso
Riprenderà l’11 gennaio la requisitoria del pm della Dda Annamaria Frustaci nel processo in corso dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia nato dall’operazione antimafia denominata “Costa Pulita”, scattata nell’aprile del 2016. Nel corso dell’ultima udienza – 44 gli imputati giudizio – il pm si è soffermato in particolare sulla figura dell’imputato Antonino Staropoli, 41 anni, di Briatico, titolare di fatto per gli inquirenti dell’agenzia immobiliare “Progetto Casa” di Briatico. Staropoli in un dato lasso temporale, risalente al 2010, sarebbe entrato in contrasto con Francesco Zungri, altro imputato del processo, frenando Leonardo Melluso, 58 anni, indicato quale capo dell’omonimo clan di Briatico e condannato nel processo in abbreviato nato dall’operazione “Costa Pulita” a 6 anni. In particolare, Staropoli avrebbe cercato di dissuadere Melluso dal compiere un omicidio in presenza di testimoni e riferendosi a Zungri nelle intercettazioni avrebbe detto: «Se lo dobbiamo ammazzare, lo uccidiamo. Ma facciamo una cosa per bene, non davanti a testimoni. Non voglio tu vada in galera. Capisco che non ci stia dando dei lavori e se lo dobbiamo ammazzare, lo uccidiamo. Ma facciamo una cosa per bene». Antonino Staropoli è accusato di tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso e viene ritenuto organico al clan Accorinti. Con minacce e violenza fisica avrebbe cercato di costringere l’imprenditore Pasquale Barbieri a corrispondergli nell’aprile del 2010 una percentuale pari al 3% dei ricavi conseguiti dalle vendite di mobili ai clienti stranieri della Vfi Overseas Property di Antonio Velardo. Secondo la ricostruzione della Dda, inoltre, Antonino Staropoli nell’ambito dell’associazione mafiosa avrebbe avuto il compito di tenere i rapporti con esponenti della sovraordinata cosca Mancuso, anche partecipando a summit di ‘ndrangheta. Nell’ambito dell’organizzazione del clan Accorinti, Antonino Staropoli avrebbe invece svolto il ruolo di intermediario nell’ambito delle compravendite di immobili e in un’occasione si sarebbe recato nel 2011 a casa di uno dei figli del boss Cosmo Michele Mancuso accompagnando i gemelli Emanuele e Simone Melluso (figli di Leonardo) al fine di interloquire e concordare strategie con il medesimo Mancuso. Altra intercettazione valorizzata dalla pubblica accusa al fine di provare la penale responsabilità di Antonino Staropoli fa infine riferimento alla presenza in auto di Staropoli con i gemelli Melluso e con Ferdinando Il Grande di Parghelia. I Bonavita – altra consorteria di Briatico – avrebbero invece tentato di portare dalla loro parte Antonino Staropoli, ritenendo potesse essere un valido loro “soldato”, cioè un affiliato sul quale fare costante affidamento.
LEGGI ANCHE: Le rivelazioni di Accorinti: «A Briatico i commercianti non pagavano mazzette ma votavano i nostri candidati»
‘Ndrangheta, Antonio Accorinti e le gerarchie criminali con Zungri: «Ero io a comandare a Briatico»
Il pentito Accorinti, le agenzie di viaggi a Tropea e le tangenti di 5 euro su ogni biglietto