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“Rinascita Scott 3”: ammesse tutte le parti civili, mentre in quattro optano per il rito abbreviato

L’operazione denominata anche Assocompari colpisce il clan Bonavota di Sant’Onofrio ed è stata coordinata dalla Dda di Catanzaro con il supporto dei carabinieri del Ros e del comando provinciale di Vibo. Gli indagati sono in totale 25

“Rinascita Scott 3”: ammesse tutte le parti civili, mentre in quattro optano per il rito abbreviato
Giuseppe Fortuna (cl ’77)

Quattro imputati chiedono il rito abbreviato, mentre il gup ammette tutte le richieste di parte civile avanzate nel corso della scorsa udienza. Questa la decisione presa stamane da parte del gup distrettuale, Sara Merlini, nel procedimento penale nato dall’operazione antimafia della Dda di Catanzaro denominata “Rinascita Scott 3 – Assocompari” contro il clan Bonavota di Sant’Onofrio. Optano per il rito alternativo, quindi (che comporta in caso di condanna uno sconto di pena pari ad un terzo) Giuseppe Fortuna, 46 anni, di Filogaso, Giuseppe Fortuna, 60 anni, detto Pino, di Vibo Valentia, Giuseppina De Luca, 55 anni, di Vibo Valentia, Vincenzo Barba, 72 anni, di Filogaso. Le loro posizioni verranno esaminate il 24 gennaio quando è prevista la requisitoria del pubblico ministero. Ammesse poi dal gup le seguenti parti civili, sia per il troncone dell’abbreviato che per quello dell’ordinario: Presidenza del Consiglio dei ministri, antiracket, Regione Calabria, Provincia di Vibo Valentia, Comune di Vibo Valentia, Comune di Pizzo e Comune di Sant’Onofrio. Per il troncone con rito ordinario si tornerà quindi in aula davanti al gup il 29 dicembre per i seguenti indagati nei cui confronti la Dda di Catanzaro (pm Antonio De Bernardo e Annamaria Frustaci) ha già avanzato richiesta di rinvio a giudizio: Loris Junior Aracri, 33 anni, di Pizzo; Raffaele Arone, 48 anni, nativo di Carmagnola, residente a Sommariva del Bosco (Cn); Saverio Boragina, 71 anni, di Francavilla Angitola; Basilio Caparrotta, 52 anni, di Sant’Onofrio; Gerardo Caparrotta, 54 anni, di Sant’Onofrio; Francesco Caridà, 55 anni, di Pizzo; Gianluigi Cecchi, 51 anni di Milano; Domenico Cichello, 43 anni, nativo di Vibo Valentia, ma residente a Varedo (MB); Anna Maria Durante, 48 anni, di Vibo Valentia, ma residente a Milano; Danilo Fiumara, 54 anni, di Francavilla Angitola; Luigi Fortuna, alias “Mastro Gino”, 57 anni, di Ionadi; Gaetano Loschiavo, 35 anni, di Sant’Onofrio; Francesco Santaguida, 45 anni, di Sant’Onofrio, residente a Torino; Antonella Silvia Serrao, 59 anni, nata a Francavilla Angitola, residente a Pizzo; Fabrizio Solimeno, 33 anni, di Torino; Michele Vitale, 44 anni, di Chieri, residente ad Andezeno; Sona Vesholli 30 anni, albanese, residente a Torino.  Stralciate le posizioni di: Marilena Ventrice, 34 anni, nativa di Soriano Calabro; Erika Ventrice, 35 anni, di Vibo Valentia; Basilio Caparrotta, 62 anni di Sant’Onofrio; Giovanni Barone, 54 anni, di Roma. Per i primi tre mancava la notifica della richiesta di rinvio a giudizio ad uno dei difensori, mentre per Barone il gup ha ordinato la trasmissione degli atti alla Procura non essendogli mai stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini preliminari.    

Danilo Fiumara

L’operazione scattata nel gennaio scorso costituisce la prosecuzione dell’indagine Rinascita Scott eseguita il 19 dicembre 2019 dai carabinieri.  L’indagine – corroborata da intercettazioni e da diversi collaboratori di giustizia – avrebbe documentato l’appartenenza al clan di Sant’Onofrio di quattro soggetti uno dei quali, per agevolare le attività di riciclaggio in favore della cosca, avrebbe costituito una serie di società di diritto italiano, ungherese e cipriota, fittiziamente intestate a terzi soggetti.   Sono state anche ricostruite le dinamiche sottese ad una truffa, consumata nel 2017, ai danni di investitori omaniti che avevano versato la somma di un milione di euro dietro la promessa di ottenere il 30% delle quote di una società cui era riconducibile un compendio immobiliare a Budapest; è stato poi eseguito un sequestro preventivo finalizzato alla confisca di beni e società per un valore di circa tre milioni di euro. L’inchiesta – sviluppata in un articolato contesto di cooperazione internazionale di polizia giudiziaria con autorità ungheresi, cipriote, francesi, danesi e britanniche e il coordinamento di Eurojust – si è avvalsa anche della collaborazione dell’Unità di informazione finanziaria (UIF) della Banca d’Italia. Nel collegio di difesa figurano gli avvocati: Giosuè Monardo, Giuseppe Di Renzo, Walter Franzè, Francesco Calabrese, Michelangelo Miceli, Leopoldo Marchese, Diego Brancia, Sergio Rotundo, Vincenzo Gennaro, Tiziana Barillaro, Nazzareno Latassa, Giuseppe Barbuto, Marco Rigamonti, Angela La Gamma, Raffaele Carullo, Cristian Scaramozzino, Francesco Fabbri, Marcello Scarmato, Matteo Montaruli, Mario Iavicoli, Giuseppe Torchia, Salvatore Pronestì, Flavio Campagna, Simone Balsamo.

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