domenica,Dicembre 1 2024

Omicidio in Toscana, quando il pentito Arena menzionò il vibonese La Scala in Rinascita Scott

La deposizione del collaboratore nel 2021 dinanzi al Tribunale di Vibo Valentia. Dal coinvolgimento nell’operazione “Martiri d’Ungheria” del 1999 all’arresto dieci anni dopo in un’inchiesta antidroga della Procura fiorentina sino all’attuale fermo con l’accusa di aver ucciso e bruciato due anziani coniugi a Bagno a Ripoli

Omicidio in Toscana, quando il pentito Arena menzionò il vibonese La Scala in Rinascita Scott
Nel riquadro a destra Antonino La Scala, a sinistra la vittima Umberto Della Nave
Antonino La Scala

E’ un volto noto anche alle forze dell’ordine vibonesi, Antonino La Scala, 46 anni, detto Antonello, di Vibo Valentia (frazione Vena Superiore), da diversi anni residente a Firenze, fermato dalla Procura del capoluogo toscano con le accuse di omicidio volontario aggravato, rapina aggravata, tentativo di occultamento di cadavere e danneggiamento seguito da incendio. Vittime due anziani di una frazione di Bagno a Ripoli, massacrati di botte e poi arsi vivi nella propria abitazione. Sul finire degli anni ’90 Antonino La Scala era infatti rimasto coinvolto in operazioni antidroga, come quella scattata nel 1999 – coordinata dalla Procura di Vibo – e denominata “Martiri d’Ungheria”. L’accusa all’epoca sosteneva che alcuni vibonesi avessero fatto la “spola” tra Vibo Valentia e Firenze per spacciare in Toscana marijuana, nascosta in borsoni da viaggio e spostata dalla Calabria attraverso bus di linea o il treno. Conclusa la vicenda giudiziaria, Antonino La Scala era rimasto coinvolto nel dicembre del 2019 nell’operazione “Sabbia 2” della Procura di Firenze contro il narcotraffico. Insieme a lui era stato arrestato anche Valerio Navarra, 29 anni, di Pernocari di Rombiolo, che il 19 dicembre successivo (2019) è rimasto coinvolto nell’inchiesta Rinascita Scott (condannato di recente a 20 anni in Assise e a 23 anni dal Tribunale di Vibo).

Bartolomeo Arena menziona Antonello La Scala

E proprio in una delle udienze nel maxiprocesso Rinascita Scott, è stato il collaboratore di giustizia di Vibo Valentia, Bartolomeo Arena, nell’agosto del 2021 a fare in aula il nome di Antonino (Antonello) La Scala deponendo in videocollegamento con l’aula bunker dell’area industriale di Lamezia Terme. Rispondendo alle domande del pm della Dda di Catanzaro, dinanzi al Tribunale collegiale di Vibo Valentia Bartolomeo Arena aveva dichiarato: «Quando Andrea Mantella nel 2016 si è pentito divenendo un collaboratore di giustizia, Salvatore Morelli ha cambiato la copiata a Domenico Tomaino, non potendo di certo portare in copiata il nome di un collaboratore di giustizia. Domenico Tomaino è il soggetto – ha svelato Arena – che era stato incaricato da Salvatore Morelli e da Francesco Antonio Pardea di consegnare, tra Firenze e Bologna, tre chili di marijuana ad Antonino La Scala, fratello di Pippo La Scala, quello del locale Tribeca a Vibo». Lo stesso Antonino La Scala ora arrestato per il duplice omicidio di Umberto Della Nave e della moglie Dina Del Lungo, rispettivamente di 83 e 81 anni, mentre il fratello Filippo La Scala – titolare a Vibo dell’esercizio di ristorazione “Tribeca” – si è costituito parte civile nel maxiprocesso Rinascita Scott in quanto vittima di estorsione. E proprio su tale ultima vicenda, il collaboratore Bartolomeo Arena nel corso della sua deposizione del 2021 aveva dichiarato: «C’era stato un tentativo di estorsione in un locale di Vibo, che era di un conoscente mio e li avevo pregati di non toccarlo a questo commerciante. Loro, credendo che io da questo commerciante percepissi già soldi a livello estorsivo, cominciarono, Domenico Camillò con i suoi amici, a fare un poco di baccano, a dare fastidio a questo qua, nonostante già io precedentemente avessi portato, accompagnato con me, Domenico Camillò da questo La Scala a presentarglielo, e dirgli: “questo è mio cugino, mi raccomando, quando viene mio cugino trattalo meglio che puoi”. La Scala gli ha dato pure cento euro a titolo di sponsor, perché in quel periodo Domenico Camillò organizzava delle feste, tipo si affittava un locale, che poteva essere il Palazzetto dello Sport oppure un altro locale e faceva una discoteca. Poi io lo aiutavo, lo portavo dai commercianti, gli facevo dare dei soldi a titolo di sponsor e lui con questi soldi magari si finanziava la festa. E’ successo sia con il Tribeca, sia con il Cin Cin bar di Gianfranco Ferrante». Di recente la Corte d’Appello di Catanzaro nel processo di secondo grado del troncone con rito abbreviato di Rinascita Scott ha rigettato le richieste della parte civile costituita in appello, vale a dire quella di Filippo La Scala, in proprio e in qualità di erede di La Scala Pasquale e in qualità di amministratore e legale rappresentante della società Tribeca srl. Per capire le ragioni di tale rigetto bisognerà attendere le motivazioni della sentenza. Nel troncone con rito ordinario, invece, il Tribunale di Vibo ha accolto le richieste di Filippo La Scala quale parte civile. Per quanto riguarda invece Antonino (detto Antonello) La Scala, si attende dal gip la convalida del fermo di indiziato di delitto per duplice omicidio.

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