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Il Corsivo | Comunali a Vibo: si consolidano le candidature della Limardo e di Romeo

Il centrodestra con FI e Fratelli d’Italia pronto a riproporre il primo cittadino uscente mentre il Pd è già in campo da tempo con l’ex presidente della Provincia. Ancora in alto mare M5S, Umanesimo sociale e Liberamente progressisti

Il Corsivo | Comunali a Vibo: si consolidano le candidature della Limardo e di Romeo
Il Municipio di Vibo e nei riquadri Maria Limardo ed Enzo Romeo
Pasquale La Gamba

Gli accadimenti politici registrati nei giorni scorsi saranno destinati ad incidere nell’ambito sia del centrodestra che nei rapporti tra i componenti di quello che fu il polo progressista. Ci riferiamo in modo specifico alla riconferma di Pasquale La Gamba quale coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia ed al “documento” sottoscritto dal M5S, Umanesimo Sociale e Liberamente Progressisti. Prima di addentrarci nelle singole tematiche, occorre rilevare come da una valutazione generale degli ultimi eventi emergano dei chiari indicatori che tendono a consolidare le posizioni della Limardo e di Romeo. Per quanto concerne il centrodestra, la riconferma di La Gamba, sulla scorta di quel che diremo, non fa che rafforzare e consolidare la ricandidatura dell’attuale sindaco, il quale d’altro canto, nel corso di una trasmissione televisiva, confermava di essere già in campo. Mettendo insieme le due cose, a nostro avviso si giunge alla fine della strada indicata per primo – con l’autorevolezza che gli attribuisce il suo ruolo di coordinatore regionale di Forza Italia dall’on. Mangialavori. Per completezza espositiva bisogna aggiungere: 1) se l’obiettivo del parlamentare sembra ormai centrato, il percorso è stato caratterizzato da diversi incidenti che hanno causato la “perdita” di svariati compagni di viaggio, tanto che Forza Italia è giunta al traguardo solamente in compagnia di Fratelli d’Italia; 2) anche il coordinatore provinciale del partito, il consigliere regionale Michele Comito, si è posizionato sulla medesima linea del parlamentare, condividendone sia le valutazioni relative ai risultati amministrativi conseguiti dalla Limardo, sia l’opportunità per il centrodestra di ricandidarla. Se già il fatto che ab origine la candidatura dell’attuale sindaco era stata proposta e sostenuta dai massimi esponenti a livello regionale e provinciale di Forza Italia la rendeva pressoché sicura, oggi, dopo la riconferma di Pasquale La Gamba alla guida di FdI, essa è divenuta addirittura blindata, avendo quest’ultimo quasi subito abdicato dall’avere voce in capitolo sul punto e, soprattutto, non avendo mai avanzato alcuna seria riserva sul nome della Limardo. Stando così le cose, solamente un clamoroso dietro front – privo di ogni base logica – di Mangialavori e Comito potrebbe porre in discussione la posizione della Limardo. D’altro canto, chi dovrebbe essere e chi dovrebbe esprimerlo un nome alternativo, atteso che a livello locale FdI è l’unico alleato di Forza Italia e che nel quadro di un accordo nazionale l’indicazione del candidato a sindaco della coalizione spetta a quest’ultimo partito? E’ vero che Comito aveva offerto la testa della Limardo ai vecchi alleati che erano già andati via, dichiarandosi disposto a ragionare su altri nomi, ma, fallito quell’espediente ed in assenza di alcuna voce critica all’interno di Forza Italia e Fratelli d’Italia, nulla e nessuno, salvo un’improbabile rinuncia da parte della stessa interessata, potrà cambiare le carte in tavola. Chiuso questo capitolo e passando al campo progressista, va rilevato come qui la situazione sia più complessa, essendo caratterizzata da una forte conflittualità che pone da un lato il M5S, Umanesimo Sociale e Liberamente Progressisti e dall’altro il Partito democratico. L’ultima puntata di questo scontro ruota intorno al “documento” sottoscritto dalle prime tre forze politiche e sulle successive deduzioni del segretario cittadino del Pd. Nella sostanza, Tucci, Consoli e Lo Schiavo ribadiscono di voler proseguire nel progetto di offrire alla città un’alternativa al centrodestra anche senza il Pd, dichiarandosi disposti a dialogare con tutte le sigle civiche e partitiche che condividono gli stessi obiettivi, mentre Colelli, dopo aver rivendicato la primogenitura in ordine alla necessità di aprire le porte  a tutte le forze progressiste ed evidenziato le contraddizioni di chi si era opposto ed oggi è ritornato sui propri passi,  nel prendere atto del nuovo corso si dichiara disponibile a risedersi al tavolo progressista. Ciò posto, la domanda è: sedersi intorno ad un tavolo per fare cosa, atteso che il segretario del Pd nulla ha detto in relazione al tema centrale che ha portato alla rottura dell’aggregazione di sinistra, ossia la candidatura di Romeo, per cui riteniamo che ancora una volta il tutto si tramuterà in un nulla di fatto. Comunque sia, non c’è dubbio che oggi ad essere messo meglio sia il Pd, che ha un suo candidato insieme al quale ha iniziato il confronto con i cittadini sulle principali problematiche di loro interesse, mentre M5S, Umanesimo sociale e Liberamente Progressisti appaiono incerti ed insicuri sul da farsi. E’ vero che il M5S ha indicato Santoro come proprio candidato a sindaco, ma è pur vero che non è dato sapere se tale indicazione sia stata condivisa dalle altre componenti guidate da Consoli e Lo Schiavo, motivo per cui tutto questo non fa altro che potenziare e consolidare la posizione di Romeo, che attualmente rappresenta l’unica certezza agli occhi degli elettori di sinistra. In questo contesto, dopo aver riconosciuto a Colelli il merito di aver portato il PD molto avanti rispetto ai vecchi alleati, bisogna chiedersi se questi ultimi, nel caso in cui non sarà possibile trovare una soluzione che vada bene a tutti, riusciranno a recuperare l’attuale gap negativo nei confronti del Pd. Riteniamo che un ruolo decisivo lo possano svolgere quelle forze civiche e partitiche che hanno chiesto di essere ammesse nel perimetro progressista, dove oggi, contrariamente al passato, troveranno le porte spalancate. Il nuovo confronto/scontro tra i due fronti della sinistra mirerà a portare dalla propria parte il maggior numero di nuovi arrivati, al fine di recuperare lo svantaggio da un lato e per mantenere ed eventualmente incrementare l’attuale distacco dall’altro. Una cosa è certa: non sarà una “battaglia”, peraltro già avviata, condotta a colpi di fioretto; la posta in gioco infatti è molto alta, si tratta della leadership dell’area di sinistra, che assegnerà al detentore in sede di ballottaggio (inevitabile con tre o quattro aspiranti sindaci in campo) il ruolo di interlocutore principale.

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