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Spiagge di Pizzo: a lezione di tedesco e di svedese per contrastare… l’inciviltà

Il responsabile del settore Conservazione del Wwf Calabria Pino Paolillo racconta l'atto d'amore verso il mare di Pizzo, da parte di una coppia di stranieri

Spiagge di Pizzo: a lezione di tedesco e di svedese per contrastare… l’inciviltà
Spiaggia di Pizzo: una serie di monticelli di pezzi di canne, altro materiale vegetale e l’immancabile plastica
Pino Paolillo responsabile settore Conservazione Wwf

È una storia di sensibilizzazione e di civiltà quella raccontata dal responsabile del settore Conservazione del Wwf Calabria Pino Paolillo da sempre in prima linea nel diffondere i temi della tutela dell’ambiente. «Venerdì 24 novembre. Una bella giornata di sole, con una temperatura sopra i 20 gradi, mi invita – scrive Paolillo – a fare una passeggiata alla vecchia, cara Marina di Pizzo. Mentre scambio due chiacchiere con un amico, l’occhio si sofferma su una figura femminile in costume (non malignate: siamo pur sempre a novembre!) e, subito dopo, su una coppia, anch’essa a prendere il sole, con tanto di sedia a sdraio. Sulla spiaggia una serie di monticelli di pezzi di canne, altro materiale vegetale e l’immancabile plastica, ben raccolti, frutto dell’intervento umano, tant’è che domando, non senza stupore, come mai il Comune avesse provveduto a fare pulizia con l’estate ormai lontana, quando Tutti i Santi era alle spalle e per Natale manca ancora un mese. L’amico, bene informato – prosegue il naturalista del Wwf – mi rassicura dicendomi che proprio la longilinea signora in costume (una tedesca che ama trascorrere molto tempo in città), sponte sua, si era messa di buona lena per raccogliere il materiale sparso sulla spiaggia, con la speranza che qualcuno degli addetti ai lavori li asportasse definitivamente. Un’abitudine, un atto di amore verso il mare e verso Pizzo, non insoliti e che molti conoscevano già. Ma non è finita. Non era ancora scemata l’ammirazione per la gentile ospite germanica, che l’uomo della coppia (anch’egli di statura e capigliatura non certamente mediterranei), si alza dalla sedia a sdraio dove era comodamente seduto e comincia a raccogliere qualcosa sulla spiaggia: un pezzo di plastica nera e persino, mi informa sempre l’amico del luogo, le cicche di sigarette. Anch’essi residenti a Pizzo per lunghi mesi, provenienti da latitudini finniche ma, come la teutonica vicina, insofferenti alla sporcizia. Ho evitato di fotografare la scena, vista la presenza della bionda signora, per non essere annoverato nella numerosa schiera dei guardoni che d’estate frequentano il lungomare Cristoforo Colombo (e in questi casi, ogni stagione è buona). Quella stessa mattina, di ritorno da Tropea dopo un appuntamento, non potei fare a meno di notare la fila quasi interminabile di sacchetti di spazzatura che accompagna gli automobilisti ai lati della strada che conduce alla cosiddetta e inflazionata “Costa degli Dei”, dopo il bivio per la stazione Vibo- Pizzo e anche in prossimità della curva di Mangano, segno evidente che qualcuno, con meticolosa costanza e precisione, quotidianamente, non trova modo migliore per disfarsi dei propri rifiuti domestici che cimentarsi nel lancio al volo del sacchetto di monnezza. Una pratica degna di un campionato di zozzeria. Gli stessi che – conclude Pino Paolillo – se vedessero i nordici all’opera, piuttosto che provare un senso di ammirazione e una voglia di imitarli, penserebbero che quelli sono dei fessi, e loro dei furbi. Il male della Calabria è tutto qui».

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