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Rinascita Scott: ecco le assoluzioni di spicco degli imputati vibonesi

L'impianto accusatorio della Dda di Catanzaro non ha retto, tra gli altri, per l'ex sindaco di Pizzo Gianluca Callipo, nei confronti del quale erano stati chiesti 18 anni di reclusione

Rinascita Scott: ecco le assoluzioni di spicco degli imputati vibonesi
Maxiprocesso Rinascita Scott
Gianluca Callipo

Tra le rilevanti condanne emesse oggi con la sentenza del maxi processo “Rinascita Scott”, parimenti appaiono anche alcune assoluzioni di spicco che riguardano diversi vibonesi. Il Tribunale collegiale di Vibo Valentia, presieduto dal giudice Brigida Cavasino, ha infatti assolto: Gianluca Callipo, per il quale la Procura antimafia di Catanzaro aveva chiesto 18 anni di reclusione; l’ex assessore comunale di Vibo Vincenzo De Filippis, per il quale erano stati chiesti 4 anni; l’ex consigliere comunale di Vibo Alfredo Lo Bianco, per il quale erano stati chiesti 5 anni; l’ex vice presidente della Vibonese calcio, l’imprenditore Francesco Patania, detto “Cicciobello”, per il quale la Procura aveva chiesto 19 anni; l’ex comandante della Polizia municipale di Pizzo, Enrico Caria, nei confronti del quale erano stati chiesti 17 anni; Angelo Accorinti del ’91, per il quale erano stati chiesti 17 anni; Antonino Barbieri alias “Carnera”, nei cui confronti erano stati chiesti 20 anni di reclusione (è fratello di Francesco Barbieri, condannato a 24 anni quale capo clan di Cessaniti, nonchè cognato del boss di Zungri Giuseppe Accorinti); Domenico Franzone, detto “Chianozzo”, di Vibo Valentia, nei confronti del quale erano stati chiesti 22 anni; Luca Belsito di Sant’Onofrio, nei confronti del quale erano stati chiesti 20 anni; Rocco Belsito di Sant’Onofrio, per il quale erano stati chiesti 18 anni; Nicola Fusca, nei confronti del quale erano stati chiesti 20 anni; Leonardo Greco di Pizzo, per il quale erano stati chiesti 18 anni; Carmelo Lo Bianco del ’72 detto “u Niru”, di Vibon Valentia, per il quale erano stati chiesti 18 anni; Carmelo Lo Bianco del ’92, di Vibo Valentia, per il quale erano stati chiesti 16 anni; Vincenzo Lo Gatto, nei confronti del quale erano stati chiesti 18 anni; Giuseppe Moisè, di Limbadi, per il quale erano stati chiesti 18 anni; Antonio Domenico Paglianiti, di San Calogero, per il quale erano stati chiesti 18 anni; Salvatore Rizzo, ex sindaco di Nicotera, nei confronti del quale erano stati chiesti 18 anni; Rodolfo Vacatello, di Vibo Marina, nei confronti del quale erano stati chiesti 16 anni. Per loro, insomma – unitamente ad altri ma con richieste di pena più lievi -, l’impianto accusatorio non ha retto. Inoltre sono state ridimensionate le accuse nei confronti dell’ex consigliere regionale Pietro Giamborino. Per quest’ultimo cade la principale accusa, quella di associazione mafiosa. Il Tribunale di Vibo lo ha infatti riconosciuto colpevole solo del reato di traffico di influenze illecite (ma senza aggravante mafiosa) condannandolo a un anno a 6 mesi, mentre la Dda aveva chiesto 20 anni di reclusione. Condanna decisamente ridimensionata rispetto alla richiesta di accusa anche per Danilo Tripodi, impiegato del Tribunale di Vibo, condannato a un anno a fronte di una richiesta di reclusione di 17 anni. Assoluzione anche per il commercialista di Vibo Paolo Basile (erano stati chiesti 7 anni) e per l’ingegnere Francesco Basile (ex assessore ai lavori pubblici di Vibo Valentia per il quale era stata chiesta la condanna a 3 anni e 6 mesi).

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